I fan dell’horror affrontano la pandemia meglio degli altri [STUDIO]
Un nuovo studio ha scoperto che i fan dei film horror - in particolare quelli che riguardano enormi catastrofi - stanno affrontando meglio la pandemia.
I fan dell’horror stanno affrontando la pandemia meglio delle altre persone, come suggerisce un nuovo studio
La pandemia da COVID-19 negli ultimi mesi ha completamente cambiato la nostra società. Le risposte della gente alla pandemia sono state – comprensibilmente – piuttosto varie e un nuovo studio suggerisce che i fan di un certo genere cinematografico hanno avuto una visione molto particolare del lungo calvario a cui siamo sottoposti. Un nuovo studio pubblicato su Evolutionary Studies in Imaginative Culture ha scoperto che i fan dei film horror – in particolare quelli che riguardano enormi catastrofi – hanno affrontato meglio la pandemia. Lo studio, condotto dallo psicologo Coltan Scrivner presso l’Università di Chicago, ha scoperto che coloro che hanno una propensione verso quel tipo di media possono avere “una predisposizione adattativa” verso “l’apprendimento degli aspetti pericolosi e disgustosi di una minaccia”.
“Se è un buon film ti coinvolge e prendi la prospettiva dei personaggi, quindi stai provando involontariamente gli scenari”, ha dichiarato Scrivner al The Guardian. “Pensiamo che le persone stiano imparando guardando. È come se, ad eccezione della carenza di carta igienica, sapessero praticamente cosa comprare. L’hai visto centinaia di volte nei film, quindi non sei così tanto sorpreso”.
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Lo studio ha analizzato vari amanti dei film e le loro preferenze in fatto di genere, e in che modo ciò fa riferimento alla preparazione di un individuo durante la pandemia. È stato scoperto che coloro che preferiscono l’horror, in particolare quelli che coinvolgono una sorta di collasso della società, hanno cercato quei media come una forma di evasione, ma che alla fine si sono sentiti molto coinvolti, e hanno provato quel tipo di orrore. “Un maggiore interesse per questi generi può implicare che individui morbosamente curiosi si sentano più interessati alle informazioni sulle minacce in modo più ampio”, scrive Scrivner nello studio.