Festa del Cinema di Roma – Jonathan Glazer sul conflitto Israele-Gaza: “il male è l’incapacità di pensare”
Il celebre regista britannico ha presentato al Festival il suo La zona d'interesse e ha riflettuto sul tema della guerra e sul cerchio continuo di violenze.
Il regista britannico Jonathan Glazer, protagonista di una masterclass con il pubblico alla Festa del Cinema di Roma e autore dell’acclamato e controverso film La zona di interesse (2023), ha avuto modo di parlare non solo del suo ultimo film ma anche della guerra in Medio Oriente.
Il cineasta con La zona di interesse ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria dal Festival di Cannes.
Jonathan Glazer su La zona d’Interesse: “Bisogna fermare il circolo vizioso, distaccarci dalla sofferenza per riflettere“
In La zona di interesse, protagonista della storia è Rudolf Höß, comandante del campo di concentramento di Auschwitz, che assieme alla moglie Hedwig, ai loro cinque figli e ad altri personaggi trascorrono la propria quotidianità all’interno della cosiddetta area di interesse (Interessengebiet) di circa 25 miglia attorno al campo, volutamente ciechi all’orrore che si sta consumando al di là del muro che li divide.
Poiché la pellicola tratta di temi complessi e che affrontano la guerra, e l’Olocausto da un nuovo punto di vista al regista è stata fatta una domanda inerente al conflitto Israelo-palestinese a cui egli ha risposto citando Hannah Arendt, ecco le sue parole: “Diceva la storica e filosofa che il male viene dall’incapacità di pensare. Dobbiamo fermarci prima e riflettere, queste atrocità continuano a verificarsi perché ci mettiamo la rabbia e così consentiamo che accadano di nuovo.”
Tornando al proprio film e al tema della guerra Glazer ha fatto una propria riflessione: “Quando abbiamo iniziato a girare, circa nove anni fa La zona di interesse, c’era un panorama mondiale totalmente diverso. E devo dire che i miei sentimenti sono alquanto complessi oggi rispetto a quello che sta succedendo anche perché gli scenari cambiano velocemente”.
Sul perché continuano a ripetersi questi orrori ha detto: “La storia è destinata a ripetersi. Per questo parlo di olocausto, ma non lo faccio mai vedere se non con gli occhi della mente. Bisogna fermare il circolo vizioso, distaccarci dalla sofferenza per riflettere. Anche se l’olocausto è successo ottant’anni fa questo non ci deve far sentire sicuri. Questa sicurezza è sbagliata perché la cosa importante è affrontare la violenza dentro di noi“.
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