Johnny Depp e la polemica per Luigi XVI a Cannes 2023: “non è un festival per stupratori”
Il direttore del festival di Cannes difende la scelta di avere Jeanne du Barry come film d'apertura.
Thierry Fremaux, storico direttore del Festival di Cannes, ha detto la sua su quella che viene definita una “controversa decisione” di aprire la celebre kermesse cinematografica di quest’anno con il nuovo film di Johnny Depp, il primo lungometraggio in tre anni. Il film in costume si intitola Jeanne du Barry e Depp interpreta re Luigi XV.
Jeanne Du Barry è diretto e interpretato dalla regista francese Maïwenn. Il film, in lingua francese, racconta la storia dell’amante di re Luigi XV, Jeanne Vaubernier. Il cast di supporto include Benjamin Lavernhe, Melvil Poupaud, Pierre Richard, Pascal Greggory e India Hair.
Fremaux in un’intervista con Variety – rilasciata qualche ora dopo l’annuncio della line up di quest’anno – ha affermato di non ritenere che la scelta del film d’apertura del festival sia una mossa “controversa”. “Non vedo affatto il film di Maïwenn come una scelta controversa perché, se a Johnny Depp fosse stato vietato di lavorare, sarebbe stato diverso, ma non è così”, ha detto. “È il sistema giudiziario che decide e lui ha vinto la causa legale. Ma comunque il film non parla di Johnny Depp“.
Le polemiche derivanti dalla questione, sfociate anche nelle accuse di Adele Haenel, secondo cui Cannes sarebbe un festival che celebra gli stupratori, hanno portato il direttore del Festival di Cannes Thierry Fremaux a rispondere alle accise, spiegando che la manifestazione dà semplicemente modo di parlare di certe questioni e dicendo chiaramente alla stampa: “se pensaste che sia un festival per stupratori non sareste qua ad ascoltarmi o a lamentarvi che non avete ottenuto i biglietti per accedere a una proiezione”.
Il film è stato girato nel 2022, nel periodo del processo tra Depp e l’ex moglie Amber Heard, un evento seguitissimo su tutti i media (e da cui verrà tratto un film). Depp ha citato in giudizio Heard in un tribunale della Virginia per diffamazione, sostenendo che la ex moglie ha falsamente insinuato che fosse violento nei suoi confronti in un editoriale pubblicato sul Washington Post del 2018.