Festival di Venezia 2023: direttore difende la presenza di Roman Polanski e Woody Allen

"Non sono un giudice": così Alberto Barbera difende la presenza di Roman Polanski e Woody Allen alla Biennale.

Ieri è stata annunciata la spettacolare lista di registi, registe e pellicole che parteciperanno alla 80a edizione del Festival di Venezia. Una sfilza di nomi di altissimo livello tra cui spiccano senza alcun dubbio quelli di Roman Polanski e Woody Allen, che presenteranno fuori concorso i loro ultimi lavori, The Palace e Coup de Chance, e la cui partecipazione ha già generato una sentita polemica.

Alberto Barbera afferma di “non vedere dove sia il problema” nell’avere Roman Polanski e Woody Allen di nuovo al Festival del Cinema di Venezia

Tra dure critiche e festeggiamenti per poter tornare a godere, nell’ambito di una kermesse come la Biennale, delle opere di due autori del loro calibro, Alberto Barbera, il direttore del Festival di Venezia, ha difeso la presenza di entrambi i registi, affermando di non “vedere dove sia il problema” dopo che gli è stato chiesto delle proteste per la decisione di includere in programma i film di Allen, Polanski e Luc Besson, accusati di abusi sessuali.

“Luc Besson è stato recentemente prosciolto da ogni accusa. Woody Allen è stato sottoposto a scrutinio legale due volte alla fine degli anni ’90 ed è stato assolto. Con loro, non vedo dove sia il problema.
Nel caso di Polanski, è paradossale. Sono passati 60 anni. Polanski ha ammesso la sua responsabilità. Ha chiesto di essere perdonato. È stato perdonato dalla vittima. La vittima ha chiesto che la questione venga chiusa. Penso che continuare ad attaccare Polanski significhi cercare un capro espiatorio per altre situazioni che meritano più attenzione. Oltre a questo, è in corso un dibattito culturale su Polanski con posizioni meno rigide. Io sono dalla parte di chi dice che bisogna distinguere tra le responsabilità del singolo e quelle dell’artista”
.

Infine, Barbera ha voluto chiarire qual è il suo ruolo alla Biennale:Sono il direttore del festival, non un giudice. Giudico le qualità artistiche dei film. E da questo punto di vista, non vedo perché non dovrei invitare il film di Polanski a Venezia”.