Antonio Bellia racconta il meglio del SiciliAmbiente Documentary Film Festival
Siamo giunti alla VIII edizione del SiciliAmbiente Documentary Film Festival ed è il secondo anno in cui Cinematographe è media partner dell’evento, che si svolge nella caratteristica cornice di San Vito Lo Capo.
Abbiamo già avuto modo lo scorso anno di parlare con il direttore Antonio Bellia, che dal 2009 presta la sua conoscenza al fine di portare a compimento il suddetto Festival, nato dal desiderio di comunicare, attraverso la settiama arte, fondamentali valori sociali. Mentre qui ci siamo soffermati anche sulla sua carriera registica, adesso andiamo alla scoperta delle novità di questa edizione del SiciliAmbiente (dettagli qui).
Racconta Antonio Bellia, parlando delle novità dell’edizione 2016:
Come gli altri anni abbiamo quattro sezioni competitive con premi in denaro, anche quest’anno i film arriveranno da tutto il mondo con la differenza che in questa VIII edizione la giuria dei lungometraggi sarà composta da Valerio Mastrandrea, Veronica Pivetti e Paola Scarnati, quindi una giuria assolutamente prestigiosa e valida, scelta anche in base al loro impegno sociale e civico.
Veronica Pivetti sarà al SiciliAmbiente Documentary Film Festival per presentare il suo primo film da regista, Né Giulietta né Romeo, che parla anche delle tematiche lgbt, quindi dei diritti degli omosessuali. Anche lei mostra un impegno civile molto forte, allo stesso modo della Scarnati che con i suoi documentari ha sottolineato un impegno civile molto forte e poi è stata anche direttrice dell’AAMOD, e poi Valerio Mastrandrea che credo conosciate tutti.
Tra le novità di quest’anno un video mapping in piazza: proietteremo delle immagini sul santuario a San Vito Lo Capo inerenti l’immigrazione di animali e persone, anche alla luce di ciò che sta accadendo in questo periodo.
E tra le altre notità anche una sezione dedicata all’animazione, che focalizzerà l’atenzione sui più piccoli.
La Sicilia continua ad essere, volente o nolente, una terra ospitale e San Vito Lo Capo è, nello specifico, un luogo nel quale approdano tanti turisti e tanti giovani. Qual è la reazione del pubblico al SiciliAmbiente Documentary Film Festival?
Direi bene; abbiamo due sale e ogni volta è una sorpresa scoprire come il pubblico, che nella maggior parte dei casi è formato da turisti, sia così interessato a delle tematiche così specifiche e impegnate. È una grande sorpresa anche il dibattito col pubblico alla fine della proiezione; cerchiamo sempre di avere con noi i registi, specialmente dei lungometraggi.
Quali sono gli eventi da non perdere?
Sicuramente la proiezione del film di Veronica Pivetti sabato 23 luglio, la video mapping che sarà in apertura e poi sabato e domenica e poi non posso schierarmi perché la maggior parte dei film sono in concorso.
Inoltre tutte le sere apriamo con un aperitivo offerto dal festival che prosegue con la presentazione di un libro, mentre durante la giornata ci sono corsi di sub, escursioni, passeggiate in bicicletta.
Ma un grazie particolare va all’AAMOD (nostri partner da due anni) il pubblico potrà godere della visione di un filmato di Pierpaolo Pasolini, Sciopero dei Netturbini, un estratto inedito che sarà visto per la prima volta durante la serata di chiusura del Siciliambiente.
Il Siciliambiente si è ormai consolidato nel panorama dei festival italiani, le modifiche più rilevanti nel corso di questi anni?
I rapporti con gli altri festival sono sempre stati ottimi, considera che all’inizio mi sono basato sul festival madre che è il Cinemambiente di Torino che mi ha subito dato una mano.
Noi abbiamo sempre avuto partnership con altri festival anche stranieri: Festival di Buenos Aires sui diritti umani o il Figra, le scuole di Parigi e tanti altri rapporti belli e costruttivi, perché c’è sempre da imparare.
L’obiettivo è quello di portare sempre qualcosa di nuovo, quest’anno troverete anche una video installazione di Salvo Cuccia e poi è ovvio che l’esperienza ti aiuta a scegliere i film per un pubblico che non è fatto da cinefili ma da gente… normale!