Bif&st 2016 – La Masterclass di Paolo Taviani
Paolo Taviani è stato protagonista della Masterclass di giovedì 7 Aprile in programma al Teatro Petruzzelli di Bari, in occasione del Bif&st 2016.
“Si è detto che Allonsanfan sia un film sul ’68. In realtà noi dovevamo girarlo nel 1965, il protagonista doveva essere Gian Maria Volontè e la storia un po’ diversa, con un finale in cui Fulvio, il personaggio principale, non tradiva i suoi compagni, non veniva ucciso ed anzi tornava per seppellire i morti. Poi, però, eravamo perplessi e lasciammo trascorrere alcuni anni, durante i quali realizzammo altri film mentre il ’68, nel frattempo, era arrivato, poi passato e infine era stato tradito. A quel punto avevamo bisogno di un attore che esprimesse un sentimento di dolcezza e del piacere del ritorno a casa. E quell’attore doveva essere Marcello Mastroianni.”
I versi della Marsigliese (Allons enfants de la Patrie/Le jour de gloire est arrivé), intonate dai ragazzi di un liceo barese, hanno accolto l’ingresso nella platea del Teatro Petruzzelli di Paolo Taviani e Lina Nerli Taviani, costumista di tutti i film diretti dai fratelli Taviani (“Vittorio non è qui per i postumi di un incidente, vi manda i suoi saluti” – ha esordito Paolo – “torneremo senz’altro insieme l’anno prossimo”) per la Masterclass dedicata a Marcello Mastroianni, moderata da Maria Pia Fusco.
“Incontrammo Mastroianni a Parigi” ha proseguito il regista “dove stava girando insieme a Catherine Deneuve Niente di grave, suo marito è incinto per la regia di Jacques Demy e gli demmo la sceneggiatura diAllonsanfan. Gli piacque, lo aveva colpito la violenza narrativa e quindi accettò. Ma credo che contò anche, a nostro favore, il fatto che avesse il desiderio di tornare a lavorare in Italia”.
“Quando iniziammo le riprese, pensammo che Marcello interpretava il personaggio con troppa solennità, io e Vittorio eravamo preoccupati di avere sbagliato a scegliere lui. Ma dopo che gli spiegammo che Fulvio era un personaggio dei nostri giorni, non ci furono più problemi. E penso che nel film ha raggiunto momenti altissimi, come quando si rilassa su una poltrona, insieme alla sua famiglia, riesce a dire molto con pochissimo, con un semplice sguardo che riassume piacere e malinconia. Quando ci complimentammo con lui, ci disse: ‘è perché io sono un cecoviano'”.
Sui costumi del film, Lina Nerli Taviani ha ricordato come Marcello si affidasse completamente a lei.