Cannes 2015: giorno 8
“Preparatevi, è ciò che accadrà anche a voi”. Con queste poche parole, cariche di tutto il carisma e sarcasmo che caratterizza Michael Caine, l’attore inglese protagonista di Youth ha presenziato alla conferenza stampa di Cannes per mettere definitivamente a tacere le solite, noiose malelingue che, all’uscita del poster ufficiale del nuovo (capo?)lavoro di Paolo Sorrentino non hanno perso occasione per denigrare con facili battute l’ultima fatica di una delle più talentuose eccellenze italiane nel campo cinematografico. Se ai detrattori il manifesto ha suggerito l’idea di un povero vecchio morbosamente attratto dal corpo di una bellissima donna, Caine ha affermato invece di essersi addirittura commosso per l’eloquenza dell’immagine, che rimanda a “ciò che abbiamo perso e non tornerà più”. Ha poi ironizzato: “non ho problemi ad interpretare un personaggio vecchio, anche perché l’unica alternativa sarebbe interpretarne uno morto”.
Proprio questo, in sostanza, il messaggio che Sorrentino ha inteso trasmettere con Youth: “l’unico tema che mi interessava raccontare è il tempo che passa, quello che abbiamo alle spalle e quello che ancora ci resta da vivere. Volevo parlare del futuro come uno spazio di libertà, una condizione che non ha a che fare con l’età anagrafica”. Un film ottimista dunque, molto diverso da La grande bellezza, più minimalista e meno scenografico ma che, come quest’ultimo, sta raccogliendo reazioni contrastanti: molti applausi ma anche fischi di dissenso.
Youth racconta la vacanza in un lussuoso albergo delle Alpi di due vecchi amici, Fred (Caine) e Mick (Harvey Keitel), vicini agli 80 anni. Uno è un regista che sta lavorando al suo ultimo film, l’altro un direttore d’orchestra deciso a rimanere in pensione, nonostante le richieste pressanti di una sua performance da parte di una grande personalità…
Oggi, debutto a Cannes anche per un altro film in corsa per la Palma, Shan He Gu Ren (Mountains may depart) di Jia Zhang-Ke, opera che ambisce, come le precedenti del regista, a dipingere l’occidentalizzazione della Cina, anticipandone i possibili sviluppi. Rispetto agli altri lavori del cineasta orientale, tuttavia, pur presentando sequenze di ottimo cinema, sembra che quest’ultima pellicola si perda un po’ per strada, cadendo nella prevedibilità. Alla base della trama una storia d’amore o meglio, l’amore conteso di due ragazzi per la stessa ragazza; incalzata da entrambe le parti, Tao dovrà scegliere a chi donare il suo cuore, nonostante l’indecisione continui a tormentarla.
Domani, invece, riflettori puntati sulla sezione Un Certain Regard, all’interno della quale Il nostro Roberto Minervini chiuderà il quartetto di lungometraggi italiani di Cannes 2015 con il suo documentario The Other Side…continuate a seguirci!