Diario dal Roma FF10 – tra letteratura e cinema, Anderson e Tartt – Giorno 4
RomaFF10. “La prossima camminata sotto il mio letto o in un’enorme scatola rossa sulla quale c’è scritto project e all’interno cattedrali, montagne… tutto ciò che piace all’uomo”. La 10. Festa del Cinema di Roma accoglie il funambolo francese Philippe Petit che ha ispirato il nuovo film del geniale autore di Forrest Gump e Cast Away, Robert Zemeckis. The Walk è la storia vera di Petit che sorprese la città di New York all’alba del 7 agosto 1974, il giorno prima delle dimissioni del presidente Richard Nixon, camminando su una fune d’acciaio tesa tra le due torri del World Trade Center. Essere funamboli è arte. “Non sarà mai uno sport. Lo sport lo si fa per competizione, antagonismo, per gara. Camminare nel cielo è arte. E come ogni arte è solitaria. Qualunque artista deve provare solitudine. È una cosa importante essere soli”. Il film porta lo spettatore sulla fune. In equilibrio tra libertà e sfida. “È la fune che collega le persone tra loro. È la vita”.
Quarto giorno di festa e primo di importanti red carpet. Perché non è vero che non ci sono personaggi. Non bastano in un giorno solo Wes Anderson, Donna Tartt, William Friedkin e Dario Argento? Due dei tanto cari Incontri Ravvicinati di Antonio Monda.
La “coppia” Anderson/Tartt, accomunata da uno stile singolare e tanto attraente, ha raccontato cosa pensa del cinema attraverso cinque clip. Lei, premio Pulitzer 2014 per Il cardellino, arriva alla Festa del Cinema vestita da uomo. Con cravatta arancio e capelli a Oscar Wilde. Al suo fianco l’altissimo e sorridente regista de I Tenenbaum e Grand Budapest Hotel. Da De Sica a Fellini, da Antonioni a Pasolini, fino a Sorrentino. Curiosità: la Medea di Pier Paolo Pasolini è uno dei loro film preferiti. “Nel film lento e disomogeneo, Medea, è riuscito a cogliere tutta la brutalità del mondo classico” ha commentato la scrittrice. “È ipnotica e sembra una sorta di documentario, stessa caratteristica de Il Vangelo secondo Matteo”, ha aggiunto il regista.
Dalla letteratura all’horror per un dialogo da maestri. William Friedkin, il regista americano premio Oscar de Il braccio violento della legge e de L’esorcista, e Dario Argento, maestro italiano della paura. “I registi che mi hanno ispirato di più sono italiani: Leone e Dario ma anche Fellini, Rossellini, Bertolucci, Rosi, Scola. Ma la cosa unica di Dario è che prende la paura e la morte e le rende spettacolari, è un trucco magico nel cinema e non molti ne sono capaci”, ha dichiarato Friedkin. “ha fatto dei film che nessuno per quanto ci abbia provato è più riuscito a eguagliare. Io avrei voluto avere la sua energia, lui ha fatto davvero di tutto, cinema, televisione, opere liriche, e l’ha fatto sempre al meglio, mi piacerebbe seguire le sue orme e imitarlo in questo”, ha concluso Argento.
Ed in serata Mustang, presentato in Alice nella Città, il film della regista turca Deriz Gamze Ergiven che narra dello scandalo suscitato da un gruppo di ragazzine di un lontano villaggio della Turchia, per aver giocato con i coetanei maschi. Film simbolo della condizione femminile, è stato scelto dalla Francia, che ne è coproduttore, per rappresentare il Paese nella corsa agli Oscar.