FFF17 – Lupin III: Goemon Ishikawa: recensione del film di Takeshi Koike
Lupin III: Goemon Ishikawa so concentra sulla figura di Goemon, XIII discendente di Ishikawa Goemon, epico guerriero di una dinastia di ladri giapponesi.
Lupin III: Goemon Ishikawa (Lupin the IIIrd: Chikemuri no Ishikawa Goemon) è un film d’animazione di Takeshi Koike, presentato fuori concorso al Future Film Festival di Bologna.
Lupin III, celebre manga creato dal fumettista Monkey Punch nel 1967, oltre a essere diventato una serie di successo, ha anche allargato i suoi orizzonti conquistando il grande schermo.
La prima serie, Le avventure di Lupin III, di cui buona parte delle puntate dirette da Hayao Miyazaki e Isao Takahata, andò in onda per la prima volta nel 1971. Il primo film, Lupin III – La pietra della saggezza, uscì nel 1978 e l’anno dopo venne realizzato il secondo lungometraggio, Lupin III – Il castello di Cagliostro, sempre diretto da Hayao Miyazaki.
Dopo altre serie, pellicole, spin-off e Oav dedicati a personaggi vicini al celebre furfante, come Jigen Daisuke e Fujiko Mine, finalmente in Lupin III: Goemon Ishikawa, gli occhi sono puntati su Goemon, samurai schivo, riservato e inossidabile, un uomo legato alle tradizioni giapponesi, con un grande senso dell’onore, maestro di karate e abilissimo nel maneggiare la sua katana.
Goemon lavora come guardia del corpo per un boss della malavita giapponese. Il boss viene attaccato e ucciso mentre si trova su una nave casinò da un uomo, Hawk, denominato lo spettro delle Bermuda, un essere mostruoso e invincibile, senza che Goemon potesse evitarlo o ostacolarlo. In realtà l’obiettivo di Hawk era Lupin, che si trovava sulla stessa nave per appropriarsi, assieme a Fujiko e Jigen, di tutto il denaro del caveau.
Gli scagnozzi del boss mettono alle strette Goemon, demolendo il suo valore e ricordandogli che un samurai come lui, se ancora in possesso di un onore da difendere, deve in tutti modi porre rimedio vendicando la morte del suo capo.
Goemon è il XIII discendente di Ishikawa Goemon, epico guerriero di una dinastia di ladri giapponesi, e proprio per rispetto delle proprie origini, ha soli tre giorni per scovare e uccidere chi ha provocato la morte del boss, arrecandogli un tale disonore. Ma quando Goemon trova Hawk si troverà in estrema difficoltà.
Hawk è molto potente, un gigante armato di due asce, ex soldato, il cui scontro con Goemon è a totale vantaggio dello spettro delle Bermuda. Non si sa per chi lavori e per quale motivo, ma Hawk combatte con il samurai, distruggendo quasi totalmente la sua katana e lasciandolo in fin di vita. Goemon è incredulo, la sua arma è la sua risorsa, una spada capace di tagliare qualsiasi cosa, anche il ferro, e vederla tribolare sotto i colpi di un machete è debilitante non solo per il suo corpo, ma anche e soprattutto per il suo spirito.
Goemon attraversa un periodo in cui mette tutto in discussione, che lo porta a vivere in condizioni estreme: senza cibo, né acqua, sotto torrenti gelidi e tra le fiamme di un fuoco. Tutto ciò gli servirà per potersi mettere alla prova, riprendere confidenza e fiducia nelle sue forze e carpire dal nemico le sue debolezze, fino all’inevitabile e dirompente scontro finale.
Lupin III: Goemon Ishikawa è una pellicola cupa, incentrata sulla vendetta, in cui il personaggio di Goemon viene fuori sempre però con il suo carattere dimesso, riflessivo; non viene snaturato nonostante la centralità in un’opera, seppur breve, che lo vede sconfitto, inerme, un samurai che vive sempre fuori dal mondo, che fino ad ora lo avevamo sempre visto come un essere insormontabile, affiancato da un’arma indistruttibile. Tutto ciò viene meno, l’eroe diventa uomo, e l’uomo spesso fallisce, crolla.
Lupin, Jigen e Fujiko rimangono al di fuori della storia principale, supportano la trama senza interferire, comparendo all’interno del film delineando alcune scene di inseguimenti, sparatorie e rendendo il tutto un po’ più ironico ed esplosivo, nonostante ciò che vediamo è solo una piccola parte di ciò che appartiene alle caratteristiche dei personaggi. Lo stesso ispettore Zenigata, che segue Lupin e la vicenda del boss, è un personaggio che rimane sullo sfondo.
Lupin III: Goemon Ishikawa è una pellicola cupa, incentrata sulla vendetta
Lupin III: Goemon Ishikawa è un film decisamente inquadrato, che come Goemon non si perde negli eccessi, nonostante la violenza di alcune scene, al limite dello splatter. Ma cosa aspettarsi da uno spin-off su un personaggio con un così smisurato autocontrollo, almeno si può godere di alcune scene di combattimento.
Sicuramente il tono del film si allontana per certi versi da quello della serie italiana, piena di misteri da risolvere e caveau da ripulire, che con ironia e leggerezza vive delle avventure di Lupin e della sua squadra. Lupin III: Goemon Ishikawa ha un taglio più maturo, tetro, che può sorprendere, ma rimane un film d’animazione pieno di punti un po’ oscuri, soprattutto nella trama, che porta avanti alcuni personaggi in modo forzato.
Nonostante tutto, Lupin III: Goemon Ishikawa resta un prodotto apprezzabile, godibile anche dagli spettatori non ferrati in materia, un prodotto d’intrattenimento che fa guardare con immancabile nostalgia al mondo dell’Arsenio Lupin e del mangaka Monkey Punch.