Matteo Rovere: “A Giffoni 2016 c’è un pubblico speciale”
Altro regista italiano in questa annata di punta del cinema italiano, Matteo Rovere a Giffoni 2016 dichiara subito: “Mi ha inorgoglito l’invito a questo Festival. Voi mi confermate di essere riuscito a farmi comprendere anche da un pubblico giovane ed esperto, come da sempre il mondo considera la giuria del Giffoni Film Festival”.
A Giffoni 2016 il regista di Veloce come il vento Matteo Rovere riflette sulle difficoltà e le gioie del suo mestiere.
“Sono rassegnato a me stesso, perché sono il mio peggiore nemico quando lavoro” racconta Matteo Rovere ai ragazzi della Masterclass di Giffoni 2016, riflettendo circa le difficoltà anche creative che possono attanagliare un regista.
Il cineasta romano ha passato in rassegna i piccoli segreti del suo mestiere, alcuni fugaci dettagli della sua vita privata e le sue maggiori passioni. “Mi piace credere di essere l’unico ad effettuare una sorta di storyboard mentale – ha proseguito – in cui ricostruisco scena per scena le varie inquadrature. A seconda della sensazione che ho voglia di far nascere nello spettatore, prediligo una modalità piuttosto che un’altra. La forza di un regista, in realtà, è proprio questa: una stessa immagine può essere ripresa e trasmessa allo spettatore in decine di modi e, a seconda di queste scelte, si finisce con l’essere riconosciuti e catalogati”.
Molti di questi elementi hanno reso grande il suo ultimo lavoro interpretato da Stefano Accorsi e Matilda De Angelis: “Veloce come il vento è figlio del mio personale desiderio di superare molti luoghi comuni sui film in cui è centrale il rapporto tra l’uomo e la macchina. Non è un caso che abbia cercato di rendere una storia che risultasse prima di tutto verosimile e che, di conseguenza, inglobasse anche attori non professionisti come nel caso della figura di Matilda. Lei, classe ’95, è stata bravissima a piegarsi alle esigenze narrative del film e alle mie piccole fobie artistiche”.