Moravia Off: il film su Alberto Moravia in preapertura alla Festa del Cinema di Roma
Tutto quello che dobbiamo sapere su Moravia Off, il film di Luca Lancise su uno degli autori più amati di sempre.
Si intitola Moravia Off il film documentario di Luca Lancise che sarà presentato in Preapertura in occasione della Festa del Cinema di Roma 2017 per rendere omaggio ad Alberto Moravia, uno degli scrittori che è riuscito a portare, come pochi, Roma e la propria parola in viaggio per l’Italia e per il mondo. La proiezione è i programma domenica 22 ottobre alle 18.00 alla casa del Cinema, con ingresso libero. Saranno presenti il regista e dei produttori.
Prodotto da Donatella Palermo e dal regista, Moravia Off è una produzione Stemal Entertainment, Istituto Luce Cinecittà e Lanciluc con il Patrocinio di Roma Lazio Film Commission, che racconta l’influsso, le tracce, la persistenza delle atmosfere e di un clima interiore, il mondo narrativo di un grandissimo scrittore, nel nostro quotidiano attuale.
Quello che vedremo nel film non è una classica biografia dell’autore ma un effluvio di nuove narrazioni generate da chi oggi con Moravia ha un rapporto diretto, come i traduttori, per esempio – che dalla Germania a Marsiglia, dalla Cina al Cairo e in molti altri angoli del mondo sviscerano le sue opere – o maestri di cinema come Bertolucci, Maselli, Mohsen Makhmalbaf, che molto hanno ricevuto da un autore che col cinema ha avuto un rapporto viscerale, raccontare il modo in cui lo hanno restituito sullo schermo.
Moravia Off ci mostra due lati di una stessa medaglia, da una parte uno dei più acclamati narratori italiani e dall’altra la sua essenza nella vita reale che sa palesarsi attraverso lo stratagemma del digitale q uindi mail, pc, video e così via.
Accanto a questi racconti personali, non mancano immagini d’archivio – del Luce, delle Teche Rai, di programmi TV internazionali – che immortalano lo scrittore mentre si racconta in interviste, viaggi in Africa o dentro la sua casa romana, fuori-onda, con la consueta forza espressiva, la secca potenza dello sguardo, il tentativo a ogni occasione di dare un’espressione non banale a un fatto, e ogni volta di riuscirci. E farci vedere gli oggetti del mondo da una prospettiva inattesa, ambigua, diversamente illuminata.
Moravia Off: la trama
Moravia Off utilizza la poetica di un grande scrittore italiano per generare racconti in giro per il mondo, dall’Africa “nera” all’Egitto, dalla Polonia alla Cina, dalla Germania all’Iran, dalla Francia alla Corea del Sud, attraverso persone comuni e personaggi noti che trasformano la propria relazione con l’autore o con la sua opera, nel pretesto per raccontare frammenti di un luogo, di un vissuto, di una condizione, con immagini, parole, silenzi.
Si snoda, così, un filo intimo ed emotivo che, seguendo il flusso dell’immaginazione, permette a un’opera letteraria “straniera” di trasformarsi in una lente attraverso cui guardare lo spazio di mondo in cui si vive, che sia la claustrofobica stanza di una ragazza o i palazzi anonimi di una città “estranea”; confessare i propri fantasmi nel tragitto in macchina con un figlio o esplorare i luoghi della banalità quotidiana come se fossero piccoli regni fantastici.
Identificandosi nelle tematiche dell’autore, come il rapporto con la natura e l’incontro con il diverso; l’identità e l’alienazione; l’indifferenza e la noia; i regimi totalitari e l’impulso alla rivolta; il ruolo del guardare e la disposizione alla meraviglia, i racconti se ne appropriano per trasfigurarle e trasformarle nelle pagine di un personalissimo video-diario, grazie all’universalità della letteratura e alla sua capacità di attraversare il tempo e lo spazio, dalla Roma borghese del fascismo al Cairo dei giorni nostri, dal popolo di Trastevere a quello di Pechino o Teheran, dalle foreste del Congo ai giardini pubblici di Monaco di Baviera.
Si compone, in questo modo, un paesaggio visivo fatto di sguardi in soggettiva e racconti in prima persona, da frammenti d’archivio dell’Istituto Luce e repertori cinematografici, televisivi e teatrali, attraversato “a vista” sfruttando il linguaggio degli smartphones e della web-cam, delle camere amatoriali e del discorso diretto, per sperimentare il senso del vedere e l’impulso umano a raccontare, come antidoti all’indifferenza.