Peter de Rome: Grandfather of Gay Porn – recensione
Peter de Rome è stato uno scrittore, fotografo e regista che ha basato la sua intera carriera Artistica sul mondo del gay-porn, un personaggio dalla mente geniale che, negli anni in cui parlare di omosessualità era addirittura reato, ha creato e diffuso una nuova forma d’arte che ha rivoluzionato per sempre il mondo del cinema pornografico.
Il documentario in questione esplora l’intera carriera artistica di Peter de Rome, dagli inizi, al lavoro per la Paramount fino al ritiro e all’eredità lasciata al mondo del gay-porn senza tralasciare la sua vita privata e la scoperta personale del sesso e dell’amore.
Peter de Rome ha diretto oltre 30 film a tematica gay-porn, selezionati per essere conservati dal BFI di Londra.
Il film è in concorso al Fish&Chips Film Festival, Festival Internazionale del Cinema Erotico di Torino.
Peter de Rome – Grandfather of Gay Porn
Negli anni Sessanta, quando il porno gay era una questione per pochi coraggiosi, il britannico Peter de Rome imbraccia la Super8, dirigendo più di trenta pellicole che faranno di lui un precursore e uno dei primi autori del cinema a luci rosse omosessuale. A quarant’anni dai pionieristici esordi è lo stesso regista, recentemente scomparso, a raccontare, con garbo e humour, la sua leggendaria carriera.
Peter de Rome: Grandfather of Gay Porn, documentario di Ethan Reid è una scoperta: durante i suoi 97 divertentissimi minuti, andiamo a svelare passo dopo passo la carriera di un uomo tanto geniale quanto sconosciuto. Lo stile del documentario è veloce e frizzante, non annoia mai e, oltre ad utilizzare interviste attuali a critici, registi e attori del mondo Gay-Porn, utilizza anche materiali d’archivio reali recuperati direttamente da Peter De Rome stesso.
Questa è anche una particolarità del progetto: a differenza di molti documentari/biopic il vero fil rouge narrativo di tutto il film è lo stesso Peter de Rome che accompagna lo spettatore all’interno del mondo del cinema indipendente e del cinema porno.
Ma Peter de Rome è stato anche un genio della comunicazione: durante la sua vita longeva e spensierata ha lavorato nella divisione promozionale della Paramount e, grazie ai suoi film e cortometraggi che custodiva gelosamente in casa all’interno di uno scrigno di metallo, ha conosciuto e stregato persone come Andy Warhol, poiché le sue pellicole, oltre ad essere porno, erano arte all’avanguardia all’interno di un mondo che stava fiorendo.
Peter de Rome: Grandfather of Gay Porn è sicuramente un documentario da vedere non solo per scoprire una figura eccezionale legata al mondo del porno, ma anche per apprezzare l’Arte cinematografica in sé; scoprire quando, con poche centinaia di sterline e buone idee, si poteva arrivare ad alcuni festival tra i più prestigiosi al mondo, senza l’uso complesso di effetti speciali o attrezzature particolari ma con cuore e voglia di riuscire nell’intento di catturare il pubblico.
La particolarità dei film di Peter de Rome (racchiusi in due collection chiamate The erotic films of Peter de Rome e Encounters) era di non mostrare nulla se non esclusivamente sul finale, cercando di dare risalto per quanto possibile all’attesa prima dell’atto e raggiungere con essa il piacere stesso; un percorso dunque anche psicologico, oltre che artistico all’interno di anni bui per la comunità Gay mondiale alla scoperta di un mito, un grande amatore, un romantico ed eccelso artista mondiale sconosciuto (purtroppo) ai più ma osannato all’interno degli ambienti del cinema mondiale.