Venezia 73: Arrival: Amy Adams e Jeremy Renner raccontano il film di Denis Villeneuve
Dopo la proiezione stampa di Arrival, che come potete leggere qui ci ha decisamente convinto, oggi ha avuto luogo anche la conferenza stampa di presentazione al film. Oltre ai protagonisti Amy Adams e Jeremy Renner, erano presenti i produttori Dan Levine, Shawn Levy, David Linde, Aaron Ryder. Mancava invece il regista Denis Villeneuve, anch’esso impegnato sul set di Blade Runner 2, insieme al protagonista di La La Land Ryan Gosling.
Venezia 73: Arrival: Amy Adams e Jeremy Renner raccontano il film di Denis Villeneuve
Amy Adams e Jeremy Renner hanno svelato cosa li ha convinti ad accettare le rispettive parti in Arrival. Entrambi hanno lodato la bellezza del copione, fra i migliori che abbiano mai letto, capace di amalgamare la tradizione fantascientifica con un cuore emozionale forte e ben sviscerato. Per la Adams sono stati decisivi anche i primi minuti, con il viaggio emotivo del suo personaggio, il senso di connessione con Louise; fondamentale è stata anche la spiegazione che Denis Villeneuve le ha fornito per la sua volontà di averla nel film, ovvero che il regista riesce a capire quello che pensa un personaggio interpretato da Amy Adams.
Arrival non è però solo comunicazione verbale, ma anche comunicazione visiva ed emotiva, basata sugli sguardi e sui gesti
Jeremy Renner invece ha scelto di accettare questa parte perchè diversa da tutte quelle da lui interpretate in precedenza, oltre che per la presenza nel film di Denis Villeneuve e soprattutto Amy Adams, con la quale farebbe qualsiasi cosa.
A proposito della metodologia di lavoro di Denis Villeneuve, Amy Adams e Jeremy Renner hanno lodato la sua capacità di mantenere l’equilibrio e il controllo di tutto quello che gli passa per la testa senza mai perdere la calma e la serenità. Fondamentale è stata anche la libertà che il regista ha concesso a entrambi gli interpreti nel corso delle riprese. La Adams ha lodato anche la capacità di Villeneuve nel fare creare un rapporto agli attori con quello che non vedono, per esempio nelle scene girate con il Chroma Key. L’attrice riteneva proprio quest’ultimo aspetto la sfida più difficile da affrontare per lei.
Jeremy Renner vede nel film un invito a dare il meglio di noi stessi e a rompere le barriere linguistiche
Addentrandosi più a fondo nei temi affrontati in Arrival, i due protagonisti hanno parlato dell’umanità e di come essa reagirebbe secondo loro davanti a una minaccia aliena simile a quella presentata nel film. La Adams ha sottolineato come molti diano erroneamente per scontato che gli alieni penserebbero e si comporterebbero come noi; ha aggiunto inoltre che spera che le piace immaginare che questi esseri avrebbero la stessa pazienza del suo personaggio nel film, che cerca di capire la lingua e di conseguenza le entità con cui interagisce.
In una pellicola in cui l’umanità non fa sempre una bella figura, Renner invece ha dichiarato di essere stato affascinato dal modo in cui il genere umano nel momento in cui tocca il fondo riesce a risalire, ricompattandosi e unendo le forze. A proposito del modo in cui la sua Louise gestisce contemporaneamente professione e vita privata, Amy Adams ha detto che non considera ciò una stranezza, in quanto molte donne lottano ogni giorno per trovare un equilibrio fra la sfera personale e quella lavorativa.
A proposito della metodologia di lavoro di Denis Villeneuve, Amy Adams e Jeremy Renner hanno lodato la sua capacità di mantenere l’equilibrio e il controllo
Uno dei temi portanti di Arrival è quello della comunicazione. Jeremy Renner vede nel film un invito a dare il meglio di noi stessi e a rompere le barriere linguistiche e culturali che troppo spesso ci separano. Amy Adams ha concordato con il collega a tal proposito, evidenziando come spesso ci sia la necessità di comunicare e comprendersi in una situazione di paura o pericolo, come avviene nel corso del film.
Amy Adams ha spiegato come anche per lei la comunicazione fisica sia importante tanto quella verbale
Arrival non è però solo comunicazione verbale, ma anche comunicazione visiva ed emotiva, basata sugli sguardi e sui gesti e enfatizzata dalle splendide musiche di Jóhann Jóhannsson, il cui lavoro è stato lodato a più riprese dai presenti. Jeremy Renner ritiene che il modo più efficace di comunicare sia proprio quello non verbale, perchè spesso le parole limitano i sentimenti e le emozioni.
Lui stesso preferisce esprimersi con il viso e con il fisico invece che con le parole, abilità che ritiene fondamentale per il mestiere dell’attore. Dal canto suo Amy Adams ha spiegato come anche per lei la comunicazione fisica sia importante tanto quella verbale, e di come le siano stati utili i suoi esordi come ballerina, quando ha imparato a comunicare con il proprio corpo. Significativa infine la scelta dei due attori della propria parola preferita: per Jeremy Renner è “Amore”; per Amy Adams è invece “Mamma”. Una scelta che rivela molto sulle loro personalità e che racchiude anche il senso dei personaggi da loro interpretati nell’ottimo Arrival.