Roma FF11 – Wall of dolls: il doumentario di Jo Squillo contro il femminicidio
La festa del Cinema di Roma 2016 non si presta solo come semplice manifestazione culturale dedicata al mondo del cinema, è riconosciuta anche per contribuire al sostegno di alcune tematiche sociali delicate. Una di queste è racchiusa in Wall of dolls, documentario sul femminicidio ispirato al progetto “Il muro delle bambole” della conduttrice televisiva italiana Jo Squillo.
Attraverso Wall of dolls Jo Squillo racconta la campagna di comunicazione “Il muro delle bambole”, realizzata a Milano a cui, da circa tre anni, prendono parte numerosi stilisti, designer e artisti che hanno consentito la creazione dell’installazione.
Riportare sul grande schermo un’opera rivolta al femminicidio è alquanto pericoloso ma non se a parlarne sono le donne, vittime di crudeli brutalità. Un problema scottante con il quale viviamo quotidianamente – basti pensare che solo dall’inizio del 2016 sono state uccise sessanta donne in Italia dal proprio partner o ex fidanzato, senza considerare le centocinquantacinque donne uccise nel 2015 – dati scioccanti in continuo aumento.
We are not just dolls
A raccontare le storie di ogni singola donna sono le bambole, simbolo femminile per eccellenza, atto a rappresentare la dolcezza e la comprensione.
In Wall of dolls l’occhio della cinepresa si rivolge non solo a donne la cui vita si è arresa alle violenze ma anche a madri e figlie vittime di continui soprusi e stalking. Un muro tutto al femminile costruito con l’intento di riuscire ad abbattere gli stereotipi femminili indotti dalla società.
We are not just dolls (Noi non siamo solo bambole) è il messaggio chiave del documentario realizzato dalla conduttrice italiana; per comunicare che dentro il corpo di ogni donna si cela un’anima brillante. Una lotta ardua che solo ora inizia a muovere i primi passi. Il capogruppo della lista Zingaretti, Michele Baldi a riguardo ha illustrato un’iniziativa intrapresa tramite l’approvazione della legge contro la violenza di genere:
“Una legge per supportare le vittime, che prevede nuove case rifugio, diffuse su tutto il territorio regionale e una rete organizzata di centri anti-violenza; percorsi di reinserimento sociale e lavorativo per chi, pur avendo un reddito, ha bisogno di protezione e di un tetto; codice rosa nei pronto soccorso, ossia un’assistenza speciale per garantire la massima riservatezza; corsi nelle scuole perché è fondamentale investire e fare formazione sui più giovani per educare gli uomini di domani a rispettare le donne e a credere in una cultura paritaria; progetti di recupero e rieducazione nelle carceri in collaborazione con psicologi e sociologi perché è importante risalire all’origine della violenza e rieducare i maltrattanti perché non ricadano nella tentazione di ricommettere il crimine, e infine un Osservatorio sulle pari opportunità e la violenza di genere per monitorare i dati, svolgere indagini ed elaborare progetti”.
A completare il quadro dei provvedimenti durante l’incontro stampa del documentario, la Vice Presidente del Senato Valeria Fedeli ha aggiunto:
“Serve impegno nelle istituzioni. Sul muro ci sono i volti delle donne uccise dai loro partner o dai loro ex. Chiunque passa davanti al muro deve riflettere. E’ un’iniziativa molto significativa. Manca la prevenzione del femminicidio, ed in questo senso é importante andare nelle scuole per insegnare il rispetto della differenza di genere, che è un valore. Dobbiamo educare i ragazzi e le ragazze al rispetto reciproco. Le ragazze devono saper riconoscere fin da subito i segnali di possesso e gelosia in modo da non cadere vittime di violenza”.