FFF2016: la recensione di Psiconautas
Una delle sorprese più gradite della diciottesima edizione del Future Film Festival è certamente Psiconautas, film d’animazione diretto da Pedro Rivero e Alberto Vázquez e basato sull’omonima graphic novel realizzata da quest’ultimo. I due registi inoltre avevano già realizzato un corto sul tema intitolato Birdboy, vincitore del premio Goya 2012 per il miglior corto d’animazione e visionabile qui sotto direttamente dall’account ufficiale Vimeo della Postoma Studio.
Psiconautas: una storia di tormento e disperazione che ha commosso il pubblico del Future Film Festival 2016
Psiconautas è ambientato su un’isola devastata da una catastrofe nucleare, che ha generato danni ambientali irreparabili e costretto i pochi superstiti a vivere in un paesaggio spettrale e avvilente. I protagonisti del film sono Birdboy e Dinki, due ragazzi accomunati dalla medesima voglia di fuggire dalla loro fredda e inospitale isola, ma per motivi diversi: Dinki è una ragazza tenera e solare, ma oppressa da una famiglia che condiziona in tutto per tutto la sua vita, e vuole fuggire per cercare libertà e felicità, mentre Birdboy è un ragazzo cupo, depresso e tossicodipendente, che vuole scappare solo per isolarsi dalle persone che gli stanno intorno, verso le quali prova un indiscriminato odio.
Fin dalle prime battute ci si accorge che Psiconautas è un film d’animazione profondo e stratificato, destinato principalmente a un pubblico adulto sia per le atmosfere che per le tematiche affrontate. Un’animazione tetra e minimalista (alla cui realizzazione hanno collaborato anche le italiane Milena Tipaldo e Dalila Rovazzani) ci trasporta in un’isola claustrofobica e desolata, in cui la serenità e la gioia di vivere hanno lasciato spazio alla disperazione e alla criminalità. Non c’è speranza di un futuro migliore o possibilità di ricostruire sopra le macerie, ma solo triste rassegnazione a una realtà opprimente e angosciante, in cui i personaggi vivono nella spazzatura, guadagnandosi da vivere con il commercio di scorie e sfogando tutta la loro frustrazione e il male di vivere nell’uso smodato di droga. Alberto Vázquez e Pedro Rivero enfatizzano quest’atmosfera cupa e lugubre non cercando neanche per un secondo di indorare la pillola, e facendo ampio ricorso a immagini disturbanti e tenebrose, che spesso hanno per protagonisti degli animali che nelle pellicole d’animazione solitamente vengono associati a sentimenti positivi, come i topi o gli uccelli. Il ribaltamento dei canoni del genere è completato dalla caratterizzazione di alcuni oggetti meccanici, che in un clima di generale diffidenza verso il prossimo dimostrano invece slanci di umanità e affetto per il prossimo. A questi oggetti vengono inoltre affidati diversi siparietti comici, che stemperano parzialmente il clima a tratti davvero straziante della pellicola.
Con Psiconautas, Alberto Vázquez e Pedro Rivero criticano con grande coraggio e incisività il mondo in cui viviamo e il nostro modo di rapportarci a esso, evitando retorica e sentimentalismi ma toccando comunque il cuore dello spettatore con un racconto di formazione che con il passare dei minuti lascia filtrare un timido raggio di speranza, affidato all’amore e all’amicizia. I due registi dimostrano un grande talento visivo, scuotendo continuamente lo spettatore con sequenze visionarie, poetiche e talvolta ai limiti del film dell’orrore, mantenendo però una coerenza narrativa che non viene scalfitta neanche dalla presenza di molti personaggi secondari e delle rispettive sottotrame, che avrebbero probabilmente goduto di un minutaggio superiore ai 75 minuti. I diversi livelli di lettura dell’opera la rendono adatta a un pubblico eterogeneo e stimolano lo spettatore a visionarla più volte, in modo da coglierne tutte le sfumature e apprezzarne pienamente anche il grande lavoro fatto sui dettagli tecnici, come la splendida realizzazione dei personaggi e dei paesaggi e l’abile utilizzo del sonoro.
Psiconautas ci colpisce e ci fa riflettere, mostrandoci con durezza e severità un mondo più simile al nostro di quanto siamo disposti ad ammettere, ma invitandoci anche a non farci prendere dallo sconforto e a cercare una via d’uscita anche in mezzo alle rovine della società e ai nostri demoni interiori. Al momento non ci sono informazioni sulla distribuzione italiana di questo piccolo gioiello, ma ci auguriamo che possa ricevere tutta la visibilità che merita ed essere raggiunto da una platea più ampia possibile.