Figlie di Kabul: il documentario sulla forza delle donne disponibile su Freeda
Scopriamo insieme qualcosa sul documentario Figlie di Kabul, il film girato a Kabul in collaborazione con Fondazione Pangea Onlus, che è anche il primo long format di Freeda
Da oggi, in occasione della Giornata internazionale della Donna, è disponibile sul canale YouTube di Freeda il documentario Figlie di Kabul
Il documentario Figlie di Kabul vuole raccontare cosa significa essere donna a Kabul. Il film di circa 30 minuti, proprio in occasione della Giornata Internazionale della Donna, prodotto in collaborazione con Fondazione Pangea Onlus (un’organizzazione che opera nell’ambito dei diritti umani e promuove il riscatto economico e sociale delle donne, attraverso progetti di sviluppo e cooperazione in aree segnate da emergenze e guerre), è da oggi disponibile sul canale YouTube di Freeda.
Il film restituisce la testimonianza in prima persona di un vissuto femminile lacerato dalla violenza e dalla guerra, ricostruito dalla forza di volontà e dalla determinazione. Il documentario non vuole essere un documentario nel modo più convenzionale: vuole risaltare la valorizzazione e la condivisione di storie di emancipazione, riscatto e successo femminile in tutte le forme. Qui di seguito vi proponiamo la trama del film.
Figlie di Kabul vede protagonista Laila, una donna che ha vissuto sulla sua pelle gli ultimi cinquant’anni di storia dell’Afghanistan, dalla libertà dei costumi degli anni ‘70 e ‘80, alla guerra e alla sharia imposta dai talebani, fino alla pace precaria e militarizzata di oggi. Alla sua voce, si intreccia quella della figlia Farzanah, nata e cresciuta quando guerra e repressione erano già una realtà quotidiana, e che aggiunge il punto di vista di un’altra generazione.
Laila, la protagonista di Figlie di Kabul, ha vissuto in prima persona quindi il passaggio da un inizio di emancipazione alla negazione di ogni forma di femminilità ed è sopravvissuta alla guerra e alle continue violenze del marito. Attraverso parole semplici e senza filtri, riesce a comunicare perfettamente cosa significhi essere donna in una società come quella afghana, nell’impossibilità di ribellarsi a una condizione ineluttabile. Lei e Farzanah, grazie all’incontro con Fondazione Pangea Onlus, hanno trovato la forza di imporsi e cambiare la propria vita in un mondo in cui le donne non hanno voce. E oggi, lavorano con loro per offrire la stessa opportunità ad altre donne.
Freeda con questo progetto guarda oltre l’universo femminile occidentale, e lo fa attraverso il suo primo long format, solitamente infatti è un media di riferimento per contenuti e short format innovativi per le piattaforme social. Daria Bernardoni, Editor in Chief di Freeda ha dichiarato quanto segue.
La mission di Freeda è quella di dare voce alle donne che nella loro vita quotidiana, grazie alle proprie scelte, riescono a cambiare la società in meglio. Con questo progetto ci spingiamo oltre ai confini della cultura occidentale per ascoltare un vissuto universale, eppure così diverso dal nostro. Non abbiamo la pretesa di definire, ma abbiamo tantissimo bisogno di ascoltare.
Freeda parla ogni giorno a una vasta community: è infatti il primo media brand femminile per interazioni mensili su Instagram a livello globale, raccontando storie di realizzazione femminile, di donne che hanno rotto barriere e contribuito a cambiare la società in cui vivono, che sanno aiutarsi e sostenersi a vicenda. Freeda cerca di rendere protagoniste donne comuni con storie forti e rilevanti, creando spesso, attraverso i suoi video, occasioni di confronto tra diverse generazioni.