Fino alla fine: perché Beatrice Perego ha ricevuto il 1° Premio Cinematographe.it [VIDEO]
Il documentario di Beatrice Perego è il miglior film “Sicilia Doc” al Sole Luna Doc Film Festival 2023 secondo la nostra redazione.
Il documentario Fino alla fine di Beatrice Perego, presentato alla 18esima edizione del Sole Luna Doc Film Festival nella sezione “Sicilia Doc”, è il vincitore del primo premio Cinematographe.it dedicato ai giovani talenti.
Il film affronta il tema della morte e l’importanza del rito di addio, del funerale come “passaggio dalla vita alla morte, che sancisce la separazione tra chi ci lascia e chi resta”.
Martina, protagonista di Fino alla fine, e amica della regista, è sempre stata ossessionata dalla morte. Ogni anno riscrive il suo testamento, tenendo conto delle persone che ha intorno e a cui vuole bene. Quest’anno Martina ha deciso di organizzare il suo funerale, un rituale che aiuterà la regista ad affrontare un lutto doloroso da cui non si è ancora del tutto ripresa.
Perché abbiamo premiato Fino alla fine di Beatrice Perego col 1° Premio Cinematographe.it ai giovani talenti?
“Per il modo personale e suggestivo di raccontare la morte come parte della vita. Fino alla fine ristabilisce l’importanza del rito di addio, un gesto d’amore verso chi si ama, verso chi rimane. Beatrice Perego con Fino alla fine elabora un lutto straziante, un modo per celebrare il padre, venuto a mancare durante la fase più drammatica della pandemia che, citando l’autrice, “viveva per imparare a morire” e che il destino purtroppo ha voluto che lasciasse i suoi cari scomparendo”. Questa la nostra motivazione per un documentario che ci ha toccato profondamente riuscendo a trattare con grazia un tema delicato come la morte e a parlare di un trauma personale e collettivo, come la pandemia di Covid, senza retorica.
“Da quando è morto mio padre mi sono avvicinata al mondo della morte. La sua scomparsa è avvenuta a Bergamo durante la fase più critica della pandemia di COVID19. Non ci sono stati funerali. Chi c’era prima improvvisamente non c’è stato più. Per circa un anno ho frequentato scuole per la funeraria, fiere per professionisti del settore, agenzie funebri e cimiteri per osservare da vicino tutto quello che mi era mancato. Fino alla fine racconta il mio viaggio nel tentativo di rivivere proprio quelle ritualità negate interrogandomi su cosa rimane dopo un lutto e cosa bisogna lasciare andare”, ha spiegato la regista, “Martina, che decide di organizzarsi il funerale e a suo modo avvicinarsi alla morte, diventa la mia guida in questo viaggio. Nei suoi gesti, nella sua voce e nei suoi luoghi trovo il coraggio di iniziare il mio percorso di ricostruzione, che alla fine ritorna all’inizio. La camera è il mio strumento per riuscire a dire addio. Il film, il saluto che non c’è stato”.