Gabriele Muccino parla di “lutto” per la fine del rapporto col fratello Silvio: “non lo voglio più incontrare, mi ha scarnificato”

Il regista ha escluso qualsiasi riconciliazione dopo i loro trascorsi.

Gabriele Muccino è uno dei registi italiani più affermati al mondo. Da La ricerca della felicità i cancelli di Hollywood si sono schiusi per lui, così come le opportunità di collaborare con alcuni dei principali attori del grande schermo americano. Dopo Will Smith, il primo a credere nelle sue capacità, ne sono seguiti diversi, tra cui Gerard Butler.

Gabriele Muccino e la frattura insanabile col fratello Silvio

David di Donatello, Gabriele Muccino, Living in a movie - cinematographe.it

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera Gabriele Muccino si è raccontato a ruota libera, parlando anche del rapporto con il fratello Silvio, ormai irrecuperabile. Nel corso della chiacchierata con il quotidiano di Via Solferino, ha spiegato di aver vissuto un lutto, un lutto di una persona in vita, che ha smesso di vedere dal 2007.

Da un punto di vista psicologico è stata per Gabriele Muccino una esperienza aberrante. Sente di essere stato scarnificato. Crede sia una delle cose meno comprensibili, giustificabili e forse anche perdonabili. Incassare il duro colpo e ricucire la ferita gli ha richiesto tanto tempo. Quando ha trovato il modo di andare avanti, di elaborare il lutto erano ormai volati via 15 anni. Lì Gabriele Muccino si è reso conto di non voler più incontrare quella persona, di non avergli più niente da dirgli perché, in sostanza, non la stima, non la ammira e ha smesso di conoscerla.

Ischia Film Festival, Gabriele Muccino, Cinematographe

È da scartare a priori pure l’eventuale chiarimento tra le parti. Secondo Gabriele Muccino quando tuo fratello scompare senza nemmeno dartene spiegazione per una vita intera, il corpo soffre, la psiche soffre. Nel cuore della notte ti svegli come se ti mancasse l’aria, in quanto desideri tuo fratello, ha proseguito. Era una parte di lui.

Pensa gli sia stata tolta una parte enorme della sua vita e ora quella parte se ne è andata. La difesa naturale dell’uomo nell’elaborazione delle sofferenze – ha concluso Gabriele Muccino – porta a generarsi sulla cicatrice uno spessore tale da far diventare insensibile la cicatrice stessa.  

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