Gal Gadot si innamorò del cinema grazie a La vita è bella di Roberto Benigni
L'attrice Gal Gadot in una video-intervista per The Film That Lit My Fuse ha rivelato il suo profondo amore per il capolavoro premio oscar di Roberto Benigni, La vita è bella (1997)
In una videointervista l’attrice Gal Gadot dichiara tutto il suo amore per il film di Roberto Benigni, La vita è bella
Il sito di notizie online Deadline Hollywood, fondato da Nikki Finke, gestisce una video-rubrica online dal titolo The Film That Lit My Fuse, in cui attori dal calibro stellare vengono intervistati. Le domande sono cinque e sono uguali per tutti e gravitano intorno alle ambizioni creative degli attori, ciò che li ha influenzati durante il loro percorso formativo e su che cosa li abbia ispirati, portandoli a intraprendere la carriera cinematografica. Nell’ultimo episodio, protagonista dell’intervista è stata l’attrice e modella israeliana Gal Gadot, leva 1985 e nota soprattutto per aver interpretato Wonder Woman nei film della DC Extended Universe Wonder Woman (2017) e Wonder Woman 1984 (2020).
Tra le domande che le sono state poste, sicuramente una spicca più delle altre e colpisce positivamente gli italiani nell’orgoglio. Quando le è stato chiesto quale film o serie tv le avesse fatto nascere la scintilla che l’ha poi portata a voler diventare un’attrice, Gal Gadot ha risposto così:
Anche se non ricordo precisamente il primo film che ho visto nella mia via, tuttavia mi ricordo perfettamente che quello che ha più lasciato il segno su di me è stato La vita è bella di Roberto Benigni. All’epoca ero una dodicenne e sono andata al cinema con i miei due migliori amici. Ero consapevole che fosse una pellicola sulla Seconda Guerra Mondiale e sull’Olocausto, ma non ero certa di che cosa stessi per provare. La sala era stracolma e noi eravamo seduti in prima fila, al centro, per vedere questo film così straordinario e appassionante.
L’attrice ha poi continuato non solo esprimendo che cosa avesse provato durante la visione del film del 1997 vincitore di tre premi Oscar, ma ha anche poi spiegato come, anni dopo e in seguito alla sua maternità, sia riuscita a interiorizzare ulteriormente la potenza della storia raccontata da Benigni:
[Il film] mi fece provare un turbino di emozioni differenti. Cercavo di comprendere che cosa le persone avessero vissuto durante la guerra. Mio nonno era sopravvissuto all’Olocausto, per cui avevo accesso a un’esperienza di prima mano con la storia. Riflettevo su come gli adulti abbiano dovuto comportarsi con i bambini, su come abbiano cercato di spiegare quello che stava capitando. Ritengo che Roberto Benigni abbia scelto una forma più poetica e particolare per narrare questa vicenda, perché ora che sono un genitore la comprendo. [Infatti] provo a esprimere le questioni e gli avvenimenti del mondo ai miei figli nel modo più positivo possibile e che Benigni tentasse di raccontare a suo figlio quella storia in modo colorato e divertente, era una cosa sconvolgente per me. Questo è un film che mi ha accompagnata per molto, molto tempo
Queste dichiarazioni sicuramente mostrano uno spaccato diverso e più profondo dell’attrice di origini ebraiche Gal Gadot, che prossimamente vedremo anche in Heart of stone, film thriller in uscita su Netflix.