Gene Wilder: una lettera della moglie racconta la battaglia con l’Alzheimer
Quelle che era stata la moglie di Gene Wilder racconta la battaglia del marito con l'Alzheimer, battaglia che l'ha portato alla morte lo scorso anno
L’attore Gene Wilder è morto l’anno scorso dopo una battaglia con il morbo di Alzheimer. In questi giorni quella che era sua moglie, Karen, ha scritto una lettera aperta fornita in maniera esclusiva ad ABC News, in cui ha raccontato in maniera dettagliata la sua esperienza con la cura del defunto attore e nella quale ha reso omaggio a coloro che hanno sopportato le difficoltà e le tribolazioni della malattia insieme a lui.
“Non mi ero mai immaginata sposata a una stella del cinema. Di certo non vedevo gli ultimi anni della mia vita intenta a prendermi cura di una di loro”, ha scritto la Wilder. “Ma ho fatto entrambe le cose. L’amore era la ragione del primo. La malattia di Alzheimer, del secondo”.
Dopo essere stati sposati per vent’anni, Wilder ha raccontato il momento in cui ha iniziato a capire che c’era qualcosa che non andava nel marito, dopo che si era scagliato contro il loro nipote. “I primi segnali di problemi erano piccoli, era sempre quell’uomo gentile e tenero, ma improvvisamente vidi Gene scagliarsi contro nostro nipote”, ha scritto. “La sua percezione degli oggetti e la loro distanza da lui è diventata difettosa, tanto che durante un giro in bicicletta insieme, pensava che saremmo andati a sbattere contro gli alberi a molti metri di distanza. Una volta, ad una festa con amici, quando è emerso il soggetto di Frankenstein Junior, non riusciva a pensare al nome del film”.
Poco dopo aver appreso che gli era stato diagnosticato l’Alzheimer, la donna ha ricordato che suo marito era riuscito comunque a mantenere una “grazia stupefacente”. “Ho osservato la sua disintegrazione ogni momento di ogni giorno per sei anni. Un giorno, l’ho visto lottare contro i cordoncini dei pantaloni. Quella notte, ho tolto i cordoncini. Poi il suo polso sanguinava dal tentativo fallito di cercare di togliersi l’orologio. Ho messo via l’orologio”, ha scritto la Wilder.
Con il passare dei giorni la moglie di Gene Wilder descrive le difficoltà che suo marito doveva sopportare, fino al suo ultimo giorno. “Gene è morto quindici mesi fa. Ero nel letto accanto a lui quando ha esalato i suoi ultimi respiri. A quel punto, erano passati giorni dall’ultima volta che aveva parlato. Ma l’ultima notte, mi ha guardato dritto negli occhi e ha detto, tre volte, ‘Mi fido di te'”.
Dopo aver visto suo marito lottare con le conseguenze della sua malattia, Wilder ha sottolineato che la malattia ha distrutto anche lei. “C’è un altro aspetto particolarmente crudele della malattia dell’Alzheimer, perché oltre a distruggere – pezzo per pezzo – colui che è colpito da essa, rovina la vita della persona che si prende cura delle sue vittime. Nel nostro caso, ero io quella persona”.
Sentendosi come se avesse una qualche “responsabilità”, la vedova ha elargito una massiccia donazione alla Fondazione Gates di oltre 100 milioni di dollari per la ricerca dell’Alzheimer. Dopo la donazione, la donna ha annunciato che suo marito, Gene Wilder, e il suo personaggio più famoso, Willy Wonka sarebbero stati usati in quello che è stato chiamato il Pure Imagination Project, una “nuova campagna video per portare maggiore consapevolezza sull’Alzheimer e incoraggiare ognuno di noi a fare la propria parte”.
È una strana, triste ironia che così spesso, nel territorio di una malattia che deruba un individuo di memoria, i caregiver sono spesso dimenticati. Senza di loro, quelli con l’Alzheimer non potrebbero passare la giornata, o morire – come mio marito – con dignità, circondati dall’amore.