Giselle: il balletto trasmesso live nelle sale cinematografiche
In ventisette multisale del Circuito UCI Cinemas è stato proiettato mercoledì 6 aprile 2016, Giselle. Un vero e proprio evento in diretta dalla Royal Opera House per mettere sia in scena che in video la tormentata storia d’amore, apice del balletto romantico per eccellenza, interpretato dalle etoiles del Royal Ballet Marianela Nuñez e Vadim Muntagirov.
Il balletto trasmesso in diretta da un teatro d’opera al cinema è una conquista audiovisiva degli ultimi anni, Giselle – o qualsiasi altro balletto – è da considerare trasmissibile in più aspetti pur mantenendo la sua aurea profondamente radicata nel mondo del balletto classico.
La proiezione, distribuita da QMI, è stata arricchita da interviste e filmati dietro le quinte dei protagonisti della Royal Opera House e anche dell’interazione con gli spettatori grazie al live twitting sul grande schermo.
La regia della messa in scena è stata firmata da Peter Wright, le musiche sono di Adolphe-Charles Adam, la coreografia è quella del repertorio di Marius Petipa.
Il balletto Giselle, dal libretto di Théophile Gautier, è considerato ed è a tutti gli effetti il simbolo del balletto classico e romantico: le protagoniste sono le Villi (fate caratterizzate in scena da lunghi vestiti di tulle bianco), spiriti di giovani fanciulle morte infelici perché tradite o abbandonate prima del matrimonio. Fanciulle vendicative, più streghe che fate, a cui si nega il riposo e che durante la notte, fuori dalle proprie tombe, costringono i traditori d’amore a danzare fino alla morte. La contadina Gisella diventa una di esse perché nel primo atto è una giovane e ingenua ragazza innamorata di Albrecht – un principe già promesso sposo di un’altra donna, nel secondo atto è una della Villi, la più bella e la più eterea, che torna nel mondo dei vivi e si batte per salvare il suo amato principe.
Giselle è una favola dalla tinte noir, in cui la compenetrazione di generi e di ritmi musicali risulta vincente anche al cinema.
Al termine del primo atto una delle scene più interessanti, resa maggiormente ricca di pathos dalla vicinanza della macchina da presa ai volti, è quella detta ‘della pazzia’: il momento in cui Giselle scopre che Albrecht è già impegnato con un’altra donna e quindi in preda allo sconforto misto alla follia si uccide.
La verticalità dei movimenti coreografici, virtuosi e complessi – tipici nelle opere come questa – sembra limitata sul grande schermo, macchinosa, risultante della messa in video e dei propri limiti peculiari.
Il cinema ha le proprie caratteristiche e il balletto – che è uno spettacolo che si svolge in teatro – anche; per cui l’operazione di transmedialità e convergenza funziona, seppur con evidenti criticità: la mediazione e il filtro dello schermo rende tutto più distante a livello emozionale, mentre le riprese cinematografiche (sulla scia di quelle televisive) tendono ad avvicinarsi moltissimo, manifestando persino gli sforzi fisici che un’arte come la danza richiede ai proprie esecutori e interpreti (alla stregua di ciò che è avvenuto in passato con le cine-opere, ma questo è un altro discorso).
La programmazione di un balletto sul grande schermo di un cinema può avvicinare da un lato il mondo della cinefilia a quello della ballettomania, dall’altro può scontentare entrambe le categorie, rendendo esplicite quelle qualità che sono tipiche del contenitore di una o dell’altra arte.