Hayao Miyazaki sull’uso dell’intelligenza artificiale: “Il mondo sta andando nella direzione sbagliata”
Il fondatore dello Studio Ghibli riflette sulla direzione che sta prendendo il mondo e, in particolare, sull'uso dell'intelligenza artificiale.
L’uso dell’intelligenza artificiale nel campo artistico ha acceso un dibattito che continua a dividere critica e pubblico. Tra le voci più autorevoli a esprimere scetticismo vi è quella di Hayao Miyazaki, leggendario co-fondatore dello Studio Ghibli, noto per capolavori come Il mio vicino Totoro, Principessa Mononoke, Il castello errante di Howl e La città incantata. Recentemente, l’introduzione di strumenti basati sull’IA, come ChatGPT, capaci di trasformare immagini in illustrazioni con uno stile simile a quello dello studio giapponese, ha suscitato grande entusiasmo tra gli utenti. Tuttavia, Miyazaki si è mostrato fermamente contrario all’impiego di questa tecnologia nella creazione artistica.
Il maestro dell’animazione, che ha presentato meno di due anni fa Il ragazzo e l’airone, ha manifestato il suo disappunto già in passato. In un’occasione, dopo aver assistito a una dimostrazione di animazione generata dall’intelligenza artificiale, che raffigurava una creatura dai movimenti innaturali, ha reagito con parole dure, definendo tale tecnologia “un insulto alla vita stessa” e dichiarando che non l’avrebbe mai utilizzata nei suoi film. La sua critica si estende anche a una riflessione più ampia sulla società contemporanea, sottolineando come “gli esseri umani stiano perdendo fiducia in se stessi”.

Miyazaki ha sempre difeso con passione l’animazione tradizionale, realizzata a mano, considerandola un’arte sempre più rara. “Non possiamo farci nulla. La civiltà avanza. Dove sono ora gli affreschisti? Dove sono i paesaggisti? Cosa stanno facendo? Il mondo sta cambiando. Sono stato abbastanza fortunato da poter svolgere lo stesso lavoro per quarant’anni, ed è qualcosa di raro in qualsiasi epoca”.
Nonostante un certo pessimismo sul futuro dell’arte, il regista lascia spazio a un barlume di speranza: “Ogni tanto emergono persone strane e ricche che investono in cose fuori dal comune. Ci saranno sempre individui che, negli angoli dei garage, realizzeranno animazioni per il semplice piacere di farlo. E io sono più interessato a loro che alle grandi aziende”. Tuttavia, Hayao Miyazaki non nasconde la sua preoccupazione per il destino dell’umanità: “Personalmente, sono molto pessimista. Ma quando vedo uno dei miei dipendenti diventare genitore, non posso fare a meno di augurare un futuro migliore per quel bambino. Il mondo sta prendendo una brutta direzione, ma non posso dire a un bambino di non venire al mondo. Con questi pensieri contrastanti, mi chiedo sempre che tipo di film dovrei realizzare”.
La discussione sull’uso dell’IA nell’arte si scontra con l’anima stessa delle opere Ghibli, che celebrano la connessione umana, il rispetto per la natura e la profondità delle emozioni. Ed è proprio questo contrasto che rende il dibattito ancora più acceso: l’arte generata artificialmente rischia di allontanarsi dall’essenza stessa della creatività umana.