Helen Mirren sull’impatto che Netflix ha avuto sui filmmaker
Helen Mirren, sposata da 29 anni con il cineasta Taylor Hackford (Ufficiale e gentiluomo) ha detto la sua opinione sull'impatto che il servizio streaming Netflix ha avuto sul cinema e sui filmmaker che devono vedere i loro film trasmessi sul piccolo schermo
Helen Mirren ha un’opinione molto precisa sull’impatto che Netflix ha avuto sui cineasti
Dame Helen Mirren ha detto la sua sull’impatto che il servizio streaming Netflix ha sui cineasti, incluso suo marito da 29 anni Taylor Hackford. L’attrice, in una recente intervista, ha candidamente discusso del servizio della piattaforma poco dopo che il Festival di Cannes 2018 ha ufficializzato l’esclusione dei film Netflix dall’evento. A portare alla decisione è stato il rifiuto da parte del gigante dello streaming di proiettare i suoi film anche al cinema.
Helen Mirren ha raccontato di come Hackford – regista di film come Ufficiale e gentiluomo e L’avvocato del diavolo – sia stato influenzato dal servizio. L’attrice ha confessato di guardare film sul suo iPad:
È devastante per persone come mio marito, registi di film, perché vogliono che i loro film siano guardati al cinema con un gruppo di persone. Così che diventa una evento comune.
Il pensiero di Mirren combacia con quello di molti addetti ai lavori ed è ciò che sta alla base dell’esclusione di Netflix da Cannes 2018. Il direttore del Festival Thierry Fremaux ha detto il mese scorso che la piattaforma, essendosi rifiutata di proiettare i propri film nei cinema francesi, sarebbe stata bandita dalla competizione. Avrebbe avuto il permesso, però, di proiettare i suoi film fuori-concorso, eventualità che il Capo dei contenuti di Netflix, Ted Sarandos, ha definito “inutile”.
Non credo che ci sarebbe alcuna ragione di partecipare al di fuori della competizione. La regola è stata fissata per colpire precisamente Netflix e Thierry ha reso abbastanza esplicito che fosse pensata per noi quando l’ha annunciata.
Vogliamo che i nostri film giochino su un terreno paritario con gli altri filmmaker. C’è un rischio per noi se lasciamo che i nostri film e i nostri filmmaker vengano trattati in maniera irrispettosa al festival. Hanno fissato un tono. Non credo che sarebbe un bene per noi partecipare.