Il Signore degli Anelli: storico reagisce a un’iconica battaglia (e ciò che dice sorprenderà molti)
Nessuno avrebbe potuto prevedere l'opinione di un esperto di tattiche militari su una delle scene più epiche della trilogia de Il Signore degli Anelli.
Non c’è niente di meglio che lasciarsi trasportare da uno dei più grandi film fantasy della storia del cinema per staccare dalla realtà. E se la trama ci conduce in mondi straordinari, l’evasione diventa ancora più intensa. Tuttavia, anche quando ci immergiamo in universi immaginari, è interessante mantenere uno sguardo critico, sia come spettatori, sia come analisti. Questo è esattamente ciò che ha fatto lo storico Roel Konijnendijk, esperto di guerra e strategie militari nella Grecia antica.
Invitato da Insider, ha esaminato alcune delle più celebri battaglie cinematografiche, soffermandosi su quello che, secondo oltre 2 milioni di utenti di IMDb, è il miglior film fantasy di sempre: Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re (2003) di Peter Jackson. Con una valutazione media di 9,0, questo epico capitolo finale della trilogia della Terra di Mezzo si è posizionato in cima alla classifica del genere, seguito da La Compagnia dell’Anello (2001) con un punteggio di 8,9 e Le due torri (2002) con 8,8.
Konijnendijk ha analizzato in particolare la celebre scena della battaglia dei Campi del Pelennor, quando Théoden attraversa le lance dei suoi cavalieri con la spada prima di guidare la carica della cavalleria di Rohan contro l’esercito degli orchi. “Non si tratta di un’accuratezza storica, ma di un’idea nata sul set,” spiega lo storico. “L’attore Bernard Hill lo ha fatto perché sembrava una scena epica, e alla fine è stata inserita nel film. È così efficace che il pubblico si chiede se sia realmente accaduto, ma la verità è che nessun comandante medievale avrebbe mai fatto una cosa del genere. È un’interpretazione incredibile di un evento che sembra appartenere a una guerra premoderna, ma resta pura finzione cinematografica.”
“È la scena migliore che si possa immaginare”

L’analisi dello storico non si limita a evidenziare inesattezze, ma sottolinea anche quanto Il Signore degli Anelli riesca a rendere credibile la sua visione della guerra, risultando persino più realistico di film storici come Troy, Braveheart o Il Gladiatore, che sotto il profilo della fedeltà storica presentano molte più criticità. “Nei film, le cariche di cavalleria sono spesso rappresentate a velocità sostenuta per lunghi tratti, per aumentare la tensione e il pathos della scena,” spiega Konijnendijk. “In realtà, i cavalieri avanzavano lentamente per mantenere la formazione. Solo negli ultimi metri potevano lanciarsi al galoppo per impattare con maggiore forza sul nemico.”
Anche gli Olifanti della battaglia finale vengono messi sotto la lente d’ingrandimento: “Sono essenzialmente una versione fantasy degli elefanti da guerra,” osserva Konijnendijk. “Nell’antichità, questi animali erano devastanti, soprattutto contro eserciti che non li avevano mai visti prima, provocando panico e disordine tra le truppe nemiche. In termini cinematografici, in termini di emozione, questa scena è la migliore, è il miglior tipo di scena di guerra antica che si possa immaginare”.
Alla fine, lo storico riconosce il valore cinematografico di Il ritorno del re, considerandolo un capolavoro del genere. “Come film fantasy, è un 10. Se dovessi valutarlo in termini di fedeltà storica, è difficile dare un punteggio esatto, ma probabilmente gli assegnerei un 8.”