Ischia Film Festival 2024: tra gli ospiti anche il grande Stellan Skarsgård
I film in programma all'Ischia Film Festival 2024. Tra gli ospiti anche Stellan Skarsgård, di recente visto in Dune - Parte 2.
Saranno 35 le opere in concorso nelle 3 sezioni della 22esima edizione dell’Ischia Film Festival: premio miglior lungometraggio, premio miglior cortometraggio e premio location negata, rivolto alle opere segnate da temi di forte valenza sociale, come la violazione dei diritti umani, la parità di genere e l’emarginazione.
Tra anteprime italiane e internazionali, i film, provenienti da ogni parte del mondo, offriranno uno sguardo originale sulle diverse realtà sociali e culturali, sfruttando modalità espressive che vanno dalla finzione al documentario, dall’animazione al linguaggio sperimentale, dimostrando come il cinema sia capace di restituire l’atmosfera e le peculiarità di luoghi vicini e lontani.
Grande attesa per l’arrivo sull’isola dell’attore svedese Stellan Skarsgård che, il 4 luglio, incontrerà il pubblico e riceverà un riconoscimento ad una lunga ed entusiasmante carriera fatta di successi, tra cui il Golden Globe, vinto nel 2020, come miglior attore non protagonista per la serie Chernobyl. Di recente è tornato nei panni del Barone Harkonnen in Dune – Parte 2.
I film in programma
Spazio al Concorso Lungometraggi dell’Ischia Film Festival che vede competere otto opere, di cui sei fra anteprime italiane o internazionali, che esplorano importanti temi di natura etica, politica e sociale, tutti collegati dal fil rouge della valorizzazione dei luoghi.
Tre le opere in cui spicca il tema delle complessità dei rapporti familiari: nello spagnolo Amanece, di Juan Francisco Viruega due sorelle si trovano ad affrontare gli ultimi giorni di vita della propria madre, e a ripercorre fantasmi del passato; Cold Sigh di Nahid Sedigh accompagna lo spettatore in un Iran gelido, attraverso un sofferto e teso rapporto padre-figlio; When the Walnut Leaves Turn Yellow, di Mehmet Ali Konar è invece il racconto del dramma di un padre curdo, che prova a responsabilizzare suo figlio prima di morire.
Sempre tre le opere che riflettono sul futuro dei popoli e delle nuove generazioni: Bangarang di Giulio Mastromauro porta l’attenzione sui bambini di Taranto, e su un’adolescenza che porta sullo sfondo la minaccia dell’Ilva e del disastro ambientale; Flickering Lights di Anupama Srinivasan e Anirban Dutta, descrive l’arrivo dell’elettricità in un piccolo villaggio al confine tra India e Myanmar, mostrando un balzo nella modernità che rimette in discussione il desiderio di vedere riconosciuta la propria identità; Istanbul è invece il teatro di Rosinante di Baran Gunduzalp, in cui una giovane coppia vive il dramma del lavoro precario e di essere genitori in una società in cui il futuro è segnato dall’incertezza. Chiudono il concorso Electra di Hala Matar, il viaggio fra le strade di Roma di una giornalista che cerca un famoso musicista ma trova tradimento e menzogna, e Gondola di Veit Helmer, storia dell’amicizia a mezz’aria tra la nuova addetta alle cabine Iva e l’assistente della gondola che viaggia in direzione opposta.
Da sempre dedicato alle opere che raccontano il territorio violato dalle contraddizioni della civiltà e del progresso, la sezione Location negata presenta quest’anno cinque opere di lungometraggio in concorso. In tre di esse spicca il rapporto tra l’arte e la difficoltà di trovare la propria casa nel mondo: in Pele de Vidro la regista Denise Zmekhol fa i conti con la dura disuguaglianza del Brasile, scoprendo che il capolavoro architettonico di suo padre è oggi occupato da centinaia di senzatetto; The Annoyed di Mehdi Fard Ghaderi è invece un film episodico su tre registi iraniani che cercano di realizzare un film sui problemi sociali, sugli abusi contro le donne e sulle esecuzioni; Il mare nascosto di Luca Calvetta è un’opera poetica e politica, in bilico tra cinema, teatro e documentario, che ispirandosi alla favola di Antoine de Saint-Exupéry Il piccolo principe, narra il pellegrinaggio di un ragazzo venuto da lontano alla scoperta del nostro sud e di tutti i sud del mondo.
Agganciato al tragico presente è The Strangers case di Brandt Andersen, che ci porta ad Aleppo, nel mezzo della guerra civile siriana, dove Amira, un chirurgo pediatrico, esegue un’operazione salvavita durante i giorni più bui del conflitto, mentre Itu Ninu di Itandehui Jansen ci catapulta nel futuro del 2084, dove Ángel si ritrova intrappolato come migrante climatico in una città intelligente, in un’esistenza squallida e opprimente, fino a quando compare Sofia, un’altra migrante climatica che lavora in un impianto di riciclaggio.