Jake Gyllenhaal: “ecco come mi sono rapportato con le ferite in Stronger”
Jake Gyllenhaal parla del film Stronger, ispirato all'autobiografia del sopravvissuto all'attentato della maratona di Boston. L'attore spiega sia l'approccio umano ed empatico al film, sia il modo di affrontare le ferite del protagonista.
Basato sull’autobiografia di Jeff Bauman, sopravvissuto all’attacco terroristico alla Maratona di Boston, Stronger ci conduce verso un territorio potenzialmente melodrammatico, capace di presentare la versione più veritiera possibile di quello che accadde durante l’atto terroristico e soprattutto dopo. Diretto dal regista David Gordon Green, Jake Gyllenhaal si esibisce in una superba performance, confermando il suo status di uno dei più grandi attori della sua generazione.
Ecco cosa ha dichiarato Jake Gyllenhaal a IndieWire nel corso della serie Awards Season Spotlight, lanciata dallo stesso sito:
“Abbiamo iniziato questo progetto con l’intenzione di realizzarlo nel modo più onesto possibile. Onesto quanto può esserlo una finzione di una storia reale. Il nostro obiettivo era comprendere il dolore da un lato, e dall’altro capire il trionfo attraverso l dolore”.
Partecipando al film anche in qualità di produttore, Gyllenhaal ha parlato dell’intenzione di evitare il sentimentalismo concentrandosi sulla relazione tra Jeff e la sua fidanzata Erin, interpretata da Tatiana Maslany:
“C’era questo impegno cosciente di dire che la ferita è secondaria, e la relazione è la priorità. Questo accade spesso in molti film, anche quando il bombardamento stesso avviene sullo sfondo, e non è la questione centrale. Per noi la cosa importante, in questa storia, è stata sempre quella di presentare il lato umano con particolare enfasi“.
A un certo punto, durante il processo, Green e Gyllenhaal hanno realizzato che avevano perso una scena essenziale, che mostrava il dolore fisico di Jeff. A quanto pare lo sceneggiatore John Pollono ha tagliato una breve scena che mostrava il momento in cui le suture di Jeff venivano rimosse. Anche se era molto breve (conteneva pochissime battute) presentava un colpo emotivo particolarmente forte:
“Qualcosa di quelle tre battute mi ha distrutto in un certo senso… Non voleva vedere cosa c’era direttamente davanti a lui. E non voleva nemmeno che lo vedesse Erin, non voleva che vedesse ciò che era diventato“