Jason Bourne: una corsa senza fine fra sparatorie e conflitti sociali
Un’attesa durata quasi 10 anni; Matt Damon torna a vestire i panni del personaggio più controverso che abbia mai interpretato nella sua carriera ovvero Jason Bourne. A dirigerlo il solito Paul Greengrass, già regista dei due capitoli precedenti ovvero The Bourne Supremacy e The Bourne Ultimatum.
Tra rocambolesche sparatorie, veri e propri conflitti sociali ed inseguimenti ai limiti dell’immaginario, Jason Bourne è una corsa ad ostacoli senza fine, alla costante ricerca della solita verità celata. Greengrass offre una pellicola convenzionale caratterizzata da una confusionaria ritmicità, ben nota agli appassionati della serie, su tutti lo stesso Matt Damon.
“Che fatica tornare Jason Bourne a 45 anni …”
“È davvero eccitante tornare a interpretare questo personaggio. Empaticamente lo adoro, tant’è che ha avuto un forte impatto sulla mia vita e sulla mia carriera. Nonostante questo ammetto che essere Jason Bourne a 45 anni è molto più difficile che esserlo quando ne hai 29. “.
Jason Bourne travolge ma non coinvolge; il contesto presentato risulta eccessivamente caotico per incidere quanto basta. Sorprende in parte, la non caratterizzazione del protagonista, con un Matt Damon quasi inedito, con solo 25 battute da “pronunciare”;
“Attraverso una mail lo sceneggiatore Tony Glory mi avvisò di questo mio semi-mutismo per tutto il film. Ammetto che la questione mi ha così affascinato che ho acconsentito senza remore.”
Il film uscirà nelle sale italiane il 1° settembre 2016 distribuito dalla Universal Pictures. Presto la recensione completa su Cinematographe.