L’avete riconosciuto? Ha sofferto per la deformità del suo volto, sul set sapeva rendersi insopportabile ed è morto ben 39 volte
Il cinema e il teatro sono stati i suoi principali campi di applicazione fino agli anni Duemila, quando si è buttato nelle serie tv.
Il carisma e le doti da istrione lo hanno reso un’icona
Gli amanti delle statistiche lo annoverano tra gli attori con il maggior numero di “morti” cinematografiche: ben 39. Quella “vera” è avvenuta il 25 gennaio del 2017 a Cromer, un paese nella contea di Norfolk, in Inghilterra. Una pesante perdita sia per il piccolo sia per il grande schermo, date le numerose opere di successo alle quali si è prestato, permettendo loro di rendersi ancor più indimenticabili. Nominato Sir da sua maestà Regina Elisabetta II, John Hurt è stato uno degli interpreti britannici di maggior fama e talento, impegnato pure sui palcoscenici teatrali, in opere shakespeariane. Un talento eclettico confermato in plurime occasione, sempre con il talento degno di un autentico numero uno.
Nato il 22 gennaio 1940 a Chesterfield, città del Derbyshire, John Hurt ha saputo riscuotere i consensi del pubblico, attraverso le sue doti da istrione e il notevole carisma, una qualità innata ma coltivata ulteriormente nel tempo, a suon di esperienze, pure in alcune serie tv, a partire dai primi anni Duemila, per una carriera durata la bellezza di sei decenni. Si è aggiudicato quattro BAFTA Awards su sette candidature, un Golden Globe e due nomination al Premio Oscar, una per The Elephant Man e una per il già citato Fuga di mezzanotte.
Per Fuga di mezzanotte, uscita nel 1978, John Hurt ha compiuto dei grossi sacrifici. La pellicola narra le vicende di uno studente americano prigioniero in Turchia per aver tentato di lasciare il Paese con delle sostanze stupefacenti. Nella parte di un prigioniero inglese tossicodipendente, Hurt perse parecchi chili e per diversi giorni evitò di lavarsi così da immedesimarsi al meglio. Tanti colleghi sul set lo evitarono per via dell’aspetto, ideato da lui stesso anziché dal regista Alan Parker.
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