La cura dal benessere: ecco cosa abbiamo visto nei primi 20 minuti del film
Durante un evento stampa organizzato da 20th Century Fox abbiamo avuto modo di vedere in anteprima i primi 20 minuti del film La cura dal benessere (A Cure for Wellness), diretto da Gore Verbinski e in uscita nelle sale italiane il 23 Marzo 2017.
ATTENZIONE! Da questo momento in poi potrete imbattervi in degli spoiler
Se avete già avuto modo di vedere il trailer del film, avrete sicuramente appreso che la trama (qui nel dettaglio) dell’horror ruota attorno alla figura di un ambizioso e affascinante uomo, tale Sig. Lockhart (interpretato da Dane DeHaan).
Ma facciamo un passo indietro. La pellicola apre lo scenario a un città maestosa, moderna e mastodontica. Tutto è perfetto, matematicamente funzionante, infallibile. Gli esseri umani sono come macchine prive d’anima: niente sembra essere più importante del lavoro che stanno svolgendo e il primo uomo che appare sullo schermo ce ne dà subito prova.
Vediamo un ufficio deserto, con centinaia di monitor accesi e un uomo chino sulla scrivania. Afferra senza attenzione una lettera sigillata con la ceralacca nera, sulla quale fa breccia un simbolo simile al Bastone di Asclepio; ci passa il dito sopra e la mette da parte.
Lo vediamo massaggiarsi il petto come se avesse un dolore, ma non si sofferma troppo a pensarci e anche quando il dolore sembra insistere non accenna a smettere di lavorare, finché non si alza per bere ma cade per terra trascinando con sé il dispenser dell’acqua. Ciò che resta di lui? Un quadretto appeso al corridoio dell’ufficio, accanto ad altri innumerevoli ritratti di gente giovane e probabilmente morta allo stesso modo e un mistero: perché il CEO dell’azienda, recatosi alle terme presso una sperduta località delle Alpi svizzere, non torna ancora in ufficio?
Lockhart, sostituto del compianto collega, è il nuovo dirigente incaricato di scoprire l’arcano. Ma cosa si nasconde dietro un apparentemente innocuo centro benessere?
Gore Verbinski tratteggia con un’accuratezza maniacale la psiche odierna. Fin da subito lo spettatore è accalappiato nella morsa della modernità che, veloce, non concede a nessuno il tempo di riflettere su se stessi e sulla propria vita; Ci distacca dal piacere, dagli affetti, infine dalla parte più intima della nostra esistenza.
Serve allora una cura, una disintossicazione dal benessere al quale siamo abituati.
Guardando i primi 20 minuti de La cura dal benessere comprendiamo che l’intendo del regista è quello di costruire un horror riflessivo ed educativo. Specchi, acqua e sguardi rappresentano infatti il linguaggio visivo basilare dell’opera. In ogni inquadratura scorgiamo un riflesso del mondo “civilizzato” e gli occhi del cervo sono una sorta di telecamera nascosta.
La musica silenziosa e inquietante si intercala alla confusione scaturita dal mix perfetto tra incidenti, flashback e ricordi. Lo spettatore non capisce in che tempo si svolge l’azione e in automatico risulta difficile discernere la finzione dalla realtà.
Dalla visione dei primi 20 minuti de La cura dal benessere possiamo affermare che si tratta di un horror suggestivo, introspettivo e singolare.
Tutto sembra essere al suo posto: regia, sceneggiatura, fotografia, colonna sonora e interpretazione sembrano trasudare quell’alone di mistero e impeccabilità. Se il resto del film mantiene fede alla sua prima parte è assolutamente da non perdere.