La Lunga Marcia: l’adattamento del romanzo di Stephen King è “vivo e vegeto”
Il regista André Øvredal assicura che l'adattamento de La Lunga Marcia di Stephen King verrà portato a termine.
L’adattamento del libro di Stephen King La lunga marcia è ancora in lavorazione, con André Øvredal alla regia
Gli adattamenti cinematografici e televisivi dei romanzi del re dell’horror Stephen King sono talmente frequenti che è facile perdere la bussola e non ricordarseli più. Tra i vari lavori annunciati lo scorso anno ce n’è uno a cui King pare tenerci particolarmente tanto, stiamo parlando de La Lunga Marcia (The Long Walk il titolo originale). Il progetto è stato annunciato per la prima volta nel 2018 da New Line Cinema e ora il regista André Øvredal assicura che verrà portato a termine. “Il COVID sta distruggendo tutto quanto, ma il progetto è vivo e vegeto e sta procedendo”, parole che, siamo certi, conforteranno i fan del romanzo distopico di King!
Pubblicato per la prima volta nel 1979 con lo pseudonimo di Richard Bachman, La Lunga Marcia è ambientato in una futura America distopica governata da un regime autoritario. Il titolo fa riferimento a una competizione mortale tra 100 giovani. Le regole della gara sono semplici: mantenere una velocità al di sopra delle 4 miglia per ora. Se ricevi tre avvertimenti in un’ora, ti sparano a morte. L’ultimo “camminatore” ottiene tutto quello che vuole per il resto della sua vita. Sotto queste terribili circostanze i ragazzi sviluppano profonde amicizie, nonostante siano consapevoli che la sopravvivenza di ciascun amico rappresenta una minaccia alla loro incolumità.
André Øvredal aveva così descritto il suo adattamento: “In un certo senso il libro parla del lungo cammino della vita. Osservi la tua famiglia e i tuoi amici morire attorno a te mentre attraversi la vita. Come regista è estremamente stimolante essere in grado di raccontare una storia così umana e così macabra allo stesso tempo. È come l’uomo contro la macchina in un certo senso, e sull’innocenza di questi ragazzi e su come loro non capiscono davvero in cosa si sono cacciati fino a quando non è troppo tardi. Sarà molto claustrofobico, perché non lasceremo mai quella strada”.