La ragazza di Stillwater: Amanda Knox condanna il film con Matt Damon
"Rafforza l'idea che sono colpevole" ha scritto Amanda Knox.
Amanda Knox condanna il film La ragazza di Stillwater per aver “tratto profitto” dalla sua “ingiusta condanna” per omicidio
Amanda Knox ha criticato Matt Damon e il regista Tom McCarthy per aver “tratto profitto” della sua condanna per omicidio nel film La ragazza di Stillwater, parzialmente ispirato alle vicende legate all’omicidio di Meredith Kercher (noto anche come “Il delitto di Perugia”).
Amanda Knox, che è stata assolta dalle accuse di omicidio dopo aver passato quattro anni in carcere, ha condannato duramente il nuovo film e l’uso del suo nome nelle interviste da parte del regista McCarthy. In un lungo articolo, pubblicato anche su Twitter, la donna afferma che le azioni di McCarthy perpetuano l’idea che “sia veramente coinvolta nella morte di Meredith Kercher”. Knox è stata ingiustamente imprigionata per quattro anni prima che si venisse a capo dell’intera faccenda, terminata con l’incarcerazione di Rudy Guede, il vero colpevole.
Knox ha anche detto che McCarthy e Matt Damon non hanno mai cercato di parlarle durante la produzione del film. “Il mio nome mi appartiene?. La mia faccia? E la mia vita? La mia storia? Perché il mio nome si riferisce a eventi a cui non ho partecipato? Torno sempre su queste domande perché altri continuano a trarre profitto dal mio nome, dal mio volto e dalla mia storia senza il mio consenso. Di recente l’ha fatto il film Stillwater”.
Leggi anche Cannes 2021 – La ragazza di Stillwater: recensione del film con Matt Damon
McCarthy rafforza l’immagine di me come persona colpevole e inaffidabile. E con il potere di star come Matt Damon, entrambi trarranno sicuramente profitto da questa finzione della “saga di Amanda Knox” che sicuramente lascerà molti spettatori a chiedersi: “Forse la vera Amanda è davvero coinvolta nella faccenda”.
In La ragazza di Stillwater Matt Damon interpreta un padre che si reca in Francia per aiutare a scagionare sua figlia, in prigione per un omicidio che sostiene di non aver commesso.