L’avamposto: arriva la cinema il docufilm che unisce clima e Pink Floyd

L'imperdibile road movie che unisce i temi dell’emergenza climatica, la Foresta Amazzonica e il culto dei Pink Floyd.

Dopo aver attirato l’attenzione di pubblico e critica alle Giornate degli Autori del Festival di Venezia, dove è stato presentato in prima mondiale come Evento Speciale (qui trovate la nostra recensione), L’avamposto, il film documentario di Edoardo Morabito, arriva al cinema. Un road movie avventuroso e rocambolesco che unisce i temi dell’emergenza climatica, la Foresta Amazzonica e il culto dei Pink Floyd.

Dopo la prima a Venezia il film è stato presentato con successo al São Paulo International Film Festival e al Festival del Cinema di Rio, e ha vinto il premio come Miglior Documentario al Festival del Cinema italiano di Madrid. Dal 26 Febbraio sarà distribuito nelle sale da Luce Cinecittà, con un tour di proiezioni evento alla presenza del regista e di ospiti, a Roma, Milano, Torino, Napoli, Firenze, Palermo, Catania, Pisa, Padova, e altre tappe.

Girato tra il cuore dell’Amazzonia e la frenetica City affaristica di Londra, L’avamposto racconta il sogno di una battaglia per salvaguardare il pianeta. A condurla è Christopher Clark, un eco‐guerriero, uno scozzese fuori dall’ordinario che nel cuore della foresta amazzonica ha creato il suo personalissimo Avamposto del progresso: un modello di società utopica basato sull’equilibrio perfetto tra natura e tecnologia, gestito e preservato dagli abitanti della foresta. Ma dopo 30 anni il governo si rifiuta ancora di creare una riserva e un nuovo grande incendio sta minacciando di distruggere l’Avamposto. Chris decide allora di giocare d’azzardo, opponendo alla spettacolare distruzione della foresta un evento altrettanto spettacolare: un concerto dei Pink Floyd dentro l’inferno verde, così da convincere il governo brasiliano a istituire una riserva.

Del resto nella mente di un sognatore tutto è possibile e forse ha ragione lui, in un mondo che corre a velocità folle verso l’apocalisse, essere un po’ folli è l’unico modo per opporre resistenza. Ma veramente possiamo salvare la foresta, noi, i figli del modello capitalista, lo stesso modello che la sta distruggendo Un film visionario e politico che ci racconta le contraddizioni che animano la salvaguardia del pianeta. Alle prese con un videomessaggio da spedire ai Pink Floyd, la preparazione di un cocktail nel cuore della foresta vergine, o mentre s’adopera per spegnere un incendio, Chris ci ricorda la necessità delle utopie e un monito per l’umanità: per sopravvivere abbiamo bisogno di ritrovare il desiderio e la giusta dose di immaginazione. Una riflessione viva e non retorica su un tema cruciale, accompagnata da una seducente colonna sonora che gioca con gli echi di una delle più grandi rock band della storia.

“Mentre il mondo brucia e noi assistiamo al cambiamento climatico come fosse la diretta streaming del grande spettacolo che è l’apocalisse, Chris si sente investito di una missione: salvare quel che resta dell’Amazzonia. Con ogni mezzo possibile”, racconta il regista. “L’avamposto è certamente un film sulla fine del mondo o quantomeno sulla distruzione del mondo naturale per mano dell’uomo. Ma è soprattutto un film sull’importanza del sogno per tornare ad immaginare possibili futuri… Perché sognare, come direbbe Chris, significa agire in prospettive cosmiche”.