L’avete riconosciuta? Non usa il suo vero nome, ha avuto problemi con la legge e il suo splendido volto rimarrà per sempre un simbolo del cinema italiano
Più bella o più brava? Difficile dirlo nel caso suo!
Esordisce nel cinema nel 1969, a 14 anni, scelta da Damiano Damiani come protagonista del film La moglie più bella, dove impersona Francesca Viola, la prima donna a dire “no” al matrimonio riparatore. Damiani le impone uno pseudonimo: al posto di Francesca Roma Rivelli, onde evitare di venire scambiata con un’altra attrice (Luisa Rivelli), acquisisce il nome d’arte, con cui il pubblico la conosce ancora oggi: Ornella Muti.
Ornella Muti: bravura fa rima con bellezza!
Nata il 9 marzo 1955, Ornella Muti è tra le più autorevoli e affermate interpreti italiane, nonché una delle più premiate: tra i riconoscimenti ottenuti, due Nastri d’argento come migliore protagonista, tre Globi d’oro, una Targa d’oro ai David di Donatello e un Premio Pasinetti al Festival del Cinema di Venezia. Il suo talento, unito alla versatilità, la porta a lavorare in vari generi, insieme a maestri della regia quali Mario Monicelli, Dino Risi, Marco Ferreri, Ettore Scola, Woody Allen e molti altri.
Con Ferreri gira Storie di ordinaria follia nel 1981, la cui sceneggiatura trae ispirazione dall’omonimo romanzo di Charles Bukowski. Nella vicenda raccontata su grande schermo è Cass, una giovane prostituta bellissima e autolesionista.
In Io e Mia Sorella è Silvia, sorella irrequieta e turbolenta di Carlo Verdone, che si cala, invece, nei panni di un uomo mite e amante della vita tranquilla. Si presta pure al cinema più impegnato, ricevendo la nomination come miglior attrice agli Oscar Europei per Codice Privato di Citto Maselli. Fa esperienza pure a Hollywood: memorabile, soprattutto, la parte della perfida Principessa Aura nel kolossal Flash Gordon di Mike Hodges.
Le copertine di Ornella Muti (anche per il Time) sono famose in tutto il mondo. Nel 1994 la rivista statunitense Class la elegge Donna più bella del mondo.
Ma ci sono pure i guai giudiziari: il 6 luglio 2017 la Corte di Appello di Trieste la condanna a sei mesi di reclusione e 500 euro di multa per tentata truffa e falso a danno del Teatro Verdini di Pordenone. La Corte di Cassazione conferma in via definitiva la sentenza il 13 giugno 2019. Sposata due volte, la Muti ha tre figli: Naike, Carolina e Andrea.