L’avete riconosciuto? Aveva origini Azteche, è stato un “bruto” del cinema e un grande dolore segnò la sua vita per sempre
La vita di un grande divo, che è riuscito ad avere successo soprattutto recitando a Cinecittà.
Era il 1915 quando venne al mondo Antonio Rodolfo Quinn-Oaxaca, conosciuto da tutti con il nome d’arte di Anthony Quinn. È stato un attore messicano naturalizzato statunitense. Nacque a Chihuahua durante la rivoluzione messicana. Molto presto abbandonò la scuola e si dedicò alla boxe e poi alla pitture. Il contatto con il cinema avvenne nel 1936, quando iniziò a interpretare in diverse pellicole, come Parole! e La via lattea. Nel 1947 era ormai un attore noto, anche se non riuscì a essere particolarmente famoso. Tornò così a teatro, ottenendo un discreto successo a Broadway.
Negli anni Cinquanta tornò sugli schermi, in particolare in film di serie B. Nel 1953 si trasferì in Italia, dove recitò a Cinecittà, in film come Ulisse di Mario Camerini e La strada di Federico Fellini. Nel 1956 vinse il suo secondo Premio Oscar come attore non protagonista per il suo ruolo in Brama di vivere. L’anno successivo invece ottenne una candidatura agli Oscar, come migliore attore grazie al suo ruolo in Selvaggio è il vento, dove recitò al fianco di Anna Magnani. Tra gli altri film usciti negli anni Sessanta, ricordiamo I cannoni di Navarone, Una faccia piena di pugni, Lawrence d’Arabia, Zorba il greco, …e venne il giorno della vendetta, La vendetta della signora e Passeggiata sotto la pioggia di primavera. È stato anche un regista di due film: Pastoral – un fil tv del 1947 – e I bucanieri del 1958. Anthony Quinn morì il 3 giugno del 2001 a Bristol.
Oltre al cinema, Quinn si dedicò nel tempo libero anche alla pittura e alla scultura. Fu anche uno scrittore, componendo libri come Il peccato originale e One man tango, in cui racconta alcuni dei momenti più bui del suo passato.