L’avete riconosciuto? I suoi occhi sono ipnotici, fa parte di un indimenticabile duo e, in tarda età, la vocazione religiosa lo ha profondamente cambiato
Ha tempestato di pugni i suoi peggiori nemici, poi però la "fede" lo ha cambiato!
Occhi azzurri e sorriso enigmatico, ha interpretato il cowboy buono nel cinema anni Settanta e Ottanta. Nato nel marzo del 1939 a Venezia come Mario Girotti, lo scopre il regista Dino Risi ad appena 12 anni e, per via delle sue straordinarie doti atletiche (eccelle nel nuoto), al futuro Terence Hill viene proposto da subito di entrare nel mondo del cinema con piccoli ruoli.
Per tre anni studia letteratura classica all’Università di Roma, comincia ad appassionarsi alle moto, finché poi decide di darsi completamente alla recitazione. Con l’arrivo degli anni ’60, firma un contratto per una serie di film d’avventura e western in Germania. E nel 1967 sposa in Spagna Lori Hill, attrice e sceneggiatrice americana.
Terence Hill: le scazzottate con Bud Spencer risuonano ancora!
Proprio dalla consorte e dal suo interesse per le lettere classiche Mario Girotti conia il suo nome d’arte: Terence Hill. In un periodo dove le produzioni hollywoodiane spopolavano, la sua carriera svolterà radicalmente. Giuseppe Colizzi lo affiancherà a Bud Spencer. I due entreranno nel cuore degli adolescenti di allora, protagonisti di pellicole quali Dio perdona… io no! (1967), I quattro dell’Ave Maria (1968), La collina degli stivali (1969) e Più forte, ragazzi! (1972).
Analogo successo lo riscuote la serie Trinità di Enzo Barboni. Il successo continua con Altrimenti ci arrabbiamo, Porgi l’altra guancia (1974), Pari e Dispari (1978) e Io sto con gli ippopotami (1979). Lungo gli interi anni Ottanta le ottime interpretazioni di Spencer e Hill permettono di conquistare le nuove generazioni.
In America Terence Hill appare in varie opere: spicca Il mio nome è Nessuno (1973) di Tonino Valeri, che gli permette addirittura di lavorare con Henry Fonda. Si trasferisce in Massachussets e lì comincia a pensare alla regia e alla produzione. Nasce Don Camillo (1983), direttamente tratto dal libro di Giovanni Guareschi, che lancia la coppia Cervi-Fernandel.
Disgraziatamente, dopo aver recitato insieme al figlio Ross in Renegade (1987), proprio quest’ultimo perde la vita il 15 gennaio 1990, a seguito di un grave incidente stradale. Il periodo di lutto spinge Terence Hill a dedicarsi completamente al lavoro, firmando la regia di Lucky Luke (1991), dal quale ne deriverà pure una serie televisiva.
Inoltre, nel 1994 ricompone la partnership con Bud Spencer nel film da lui diretto, Botte di Natale (1994). Nel nuovo millennio tornerà in Italia, vestendo i panni di Don Matteo, sacerdote eroe dell’omonima serie tv campione di ascolti.