L’avete riconosciuto? Partecipò alla ricerca di un cadavere, fu sostituito più volte da Leonardo Di Caprio e la sua morte prematura è inaccettabile
É uno dei simboli della generazione X
A cavallo tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta era una delle maggiori promesse nel cinema. Come i fratelli (e pure di più), anche River Phoenix possiede una naturale vocazione per il mestiere di attore. Nato il 23 agosto 1970 in un piccolissimo comune dell’Oregon, esordisce davanti alle telecamere a 10 anni, in spot pubblicitari, serie e film televisivi.
River Phoenix: giovane per sempre
Il successo bussa mentre è ancora un ragazzino, per via delle interpretazioni in film quali Stand by Me – Ricordo di un’estate. Nella pellicola è il dodicenne Chris Chambers: lui e i suoi amici, tutti sul punto di passare al ginnasio, si mettono in viaggio alla ricerca del corpo di un ragazzino morto, trovato fuori città da una banda di teppisti ma non denunciato.
Seguono le partecipazioni di River Phoenix a Mosquito Coast e Vivere in fuga, che gli vale, a soli 19 anni, una nomination al premio Oscar, categoria migliore non protagonista, e Indiana Jones e l’ultima crociata.
Dotato di un’innata naturalezza e vulnerabilità emotiva davanti alla cinepresa, accetta successivamente ruoli più complessi e “adulti” quali Belli e dannati, per cui vince la Coppa Volpi e un Indipendent Spirit Award, Dogfit – Una storia d’amore, Silent Tongue e Quella cosa chiamata amore.
Niente e nessuno sembra fermare River Phoenix. E invece, nella sera di Halloween del 1993, appena 23enne, il ragazzo muore, stroncato da un’overdose di stupefacenti, che, di fatto, lo rende uno dei simboli più iconici della generazione X.
La tragica e improvvisa scomparsa non gli permette di impersonare vari personaggi per cui era già stato scritturato, compresi Arthur Rimbaud e Jim Carroll, rispettivamente in Poeti dall’inferno e Ritorno dal nulla. Entrambe le parti vanno a Leonardo DiCaprio, amico di River fuori dal set.