L’esorcista: Jamie Lee Curtis vuole doppiare il diavolo nel reboot
La pellicola sarà realizzata da David Gordon Green, con cui la Curtis ha collaborato per Halloween e Haloween Kills.
Durante una recente intervista, Jamie Lee Curtis ha espresso il suo interesse a prendere parte al reboot de L’esorcista
Durante una intervista rilasciata a Entertainment Weekly, Jamie Lee Curtis ha parlato del proprio rapporto con il classico horror del 1973 L’esorcista. L’attrice ha rivelato di essere rimasta terrorizzata dalla visione della pellicola di William Friedkin con protagonista Linda Blair. Sempre in questa intervista, nonostante abbia affermato di: “detestare di essere spaventata dai film dell’orrore” , ha espresso la sua volontà a collaborare alla realizzazione della trilogia reboot affidata a David Gordon Green. In particolare, la Curtis sarebbe interessata a prestare la propria voce al demonio Pazuzu, che nell’originale parlava attraverso la bocca della posseduta.
Forse dovrei essere la voce del diavolo, così come lo è stata Mercedes McCambridge. Vedi, se David mi facesse interpretare la voce del diavolo nella nuova trilogia de L’esorcista, si tratterebbe per me della chiusura di un meta percorso. Le persone impazzirebbero.
Come accennato dalla stessa Jamie Lee Curtis, è stata l’attrice premio Oscar Mercedes McCambridge a dare la voce al demonio nell’originale L’esorcista di Friedkin. In un primo momento il regista era intenzionato a modificare artificialmente la voce della Blair per le battute di Pazuzu. Di fatti, la McCambridge non appariva nei crediti della prima edizione della pellicola nonostante il suo lavoro fosse stato celebrato dall’Academy. Il suo nome è stato aggiunto all’elenco degli addetti ai lavori dopo un intervento della Screen Actors Guild.
Jamie Lee Curtis ha assicurato il suo posto all’interno della storia del cinema horror prendendo parte all’originale Halloween di John Carpenter. Il personaggio di Laurie, da lei interpretato nella suddetta pellicola del 1978, ha contribuito all’evoluzione del ruolo della final girl, che negli anni ’80 è divenuto uno degli archetipi del cinema di genere.