Li avete riconosciuti? Ecco come sono oggi i bambini di Io speriamo che me la cavo

Ecco come sono diventati i bambini di Io speriamo che me la cavo

Io speriamo che me la cavo, film del 1992 diretto da Lina Wertmüller, con Paolo Villaggio, una delle poche interpretazioni non nei panni di Fantozzi, è stato uno dei film simbolo degli anni ’90, capace di conquistare migliaia di spettatori e di incantare una generazione. Già il romanzo, dal quale è stato tratto il film, fu una rivelazione e divenne ben presto un best seller. Scritto da Marcello D’orta, scrittore e mastro elementare che realizzò una raccolta di temi scritti da bambini di una scuola di Arzano. Nel film Villaggio interpreta Marco Tullio Sperelli, maestro che viene trasferito in una scuola elementare di un comune di Napoli, Corzano.

Di fronte ad una realtà lontana, dove l’incredulità di bambini costretti a lavorare e saltare la scuola lascia spazio alla rabbia di un insegnante nei confronti di quegli alunni che non lo rispettano, insultandolo e deridendolo. Tra gesti e richieste estreme professore e studenti iniziano lentamente a comprendersi e a trovare gli uni nell’altro una possibilità di salvezza fino ad allora mai intravista. Ma l’importante per Sperelli non è solo togliere quei ragazzi dal loro destino, ma rendere chiaro che la possibilità di una vita diversa esiste e che può partire anche dalla scuola. Sperelli sa che non ha un tempo infinito e che prima o poi dovrà tornare a casa e salutare quella classe per la quale sente di aver lottato e dato il massimo.

I bambini di Io speriamo che me la cavo ieri e oggi

Io speriamo che me la cavo - cinematographe.it

Io speriamo che me la cavo, finisce appunto, per tornare al titolo e al libro dal quale è tratto con il maestro che legge il tema di uno degli alunni, forse quello con il quale Sperelli incontra più difficoltà, sulla fine del mondo e che termina con la frase “Io speriamo che me la cavo“. Rivelazione del film, oltre alla trama e alla straordinaria interpretazione di Paolo Villaggio nei suoi anni d’oro, è stata la recitazione dei bambini. In particolare i sei Raffaele, Vincenzino, Totò e Nicola, insieme a Tommasina e Rosinella divennero gli “scugnizzi” più amati di sempre scelti tra 2000 bambini ed elogiati per le loro doti attoriali. Ma dove sono oggi Ciro Esposito, Adriano Pantaleo, Luigi L’Astorina e Mario Bianco, interpreti rispettivamente di Raffaele, Vincenzino, Totò e Nicola? Non tutti hanno intrapreso la carriera cinematografica, rimanendo comunque sotto i riflettori dopo Io speriamo che me la cavo.

Ciro Esposito

Io speriamo che me la cavo - cinematographe.it

Partecipando a rappresentazioni teatrali dall’età di 6 anni, si fa notare recitando in alcune commedie di Eduardo Scarpetta e di Eduardo De Filippo, fino all’esordio cinematografico in, appunto, Io speriamo che me la cavo, che interpreta all’età di 10 anni. Raffaele, il suo personaggio, era uno dei bambini più ribelli della classe, con una situazione familiare piuttosto difficile. Dopo il film del 1992 lavora anche per il piccolo schermo nella miniserie Amico mio, Uno di noi, Don Milani – Il priore di Barbiana e recita nel documentario Sarahsarà. Nel corso degli anni partecipa a film come Teatro di guerra, Vacanze di Natale 2000, Fabrizio De André – Principe libero, Un nemico che ti vuole bene e a serie tv tra cui Casa famiglia, La squadra, Orgoglio, Don Matteo 4, Un posto al sole d’estate, La nuova squadra, Le ali, Rosy Abate – La serie, Gomorra – La serie. Nel 2010 torna a lavorare con Lina Wertmüller nel film tv Mannaggia alla miseria e nel 2018 ricopre la carica di presidente di giuria al Concorso Nazionale Junior Spettacolo 2018.

Adriano Pantaleo

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Per l’attore, Io speriamo che me la cavo è il secondo lavoro sul grande schermo dopo Ci hai rotto papà di Castellano e Pipolo che uscì però nel 1993, e quindi un anno dopo rispetto al film della Wertmüller dove veste i panni di Vincenzino. Inizia quindi giovanissimo, all’età di 9 anni e la sua carriera non si ferma di certo dopo questi 2 film, entrambi simbolo degli anni ’90. La popolarità di Pantaleo aumenta con l’interpretazione di Spillo nelle due stagioni della miniserie Amico mio, dove recita a fianco di Massimo Dapporto. Anche lui, come Ciro Esposito, parteciperà alle serie Casa famiglia, insieme al terzo capitolo della fiction Il bello delle donne. Dopo aver preso parte allo spettatolo teatrale Gomorra, entra nel cast, per 3 anni di Tutti pazzi per amore. Sul grande schermo torna come uno dei protagonisti del film Il Sindaco del Rione Sanità.

Luigi L’Astorina

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Tra i più irrequieti e iperattivi bambini della classe, Luigi L’Astoria, all’età di 13 anni interpretava Totò, che recita la celebre filastrocca diventata famosa dopo il film. Dopo un’ottima carriera nel mondo del cinema partecipando a miniserie come Amico Mio all’età di 16 anni e note serie tv come La Squadra più tardi a 22 anni, si allontana dai riflettori per coltivare la passione per la musica, diventano un Dj. “È stata un’esperienza incredibile, non capivo bene quello che stava accadendo, io ero un bambino che combinava un sacco di guai e non ho realizzato subito che la mia stava stava cambiando, sapevo solo che amavo recitare” dichiarò durante un video sul suo sito internet personale.

Mario Bianco

Io speriamo che me la cavo - cinematographe.it

Interprete di uno dei personaggi più simpatici di Io speriamo che me la cavo, Nicola, uno dei primi a difendere il maestro Sperelli, si dedica a una delle sue più grandi passioni e cioè il cibo. Ha infatti aperto tre cornetterie notturne a Torino, come è evidente anche dai suoi profili Social.

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