Lo avete riconosciuto? È figlio di contadini, adora Dante Alighieri e nessuno come lui ha saputo rivelare al pubblico la bellezza della vita
Nato da due contadini, era destinato alla grandezza!
È patrimonio dell’Italia intera. Nato il 27 ottobre 1952 a Castiglion Fiorentino da Luigi e di Isolina Papini, entrambi contadini, Roberto Benigni ha, ciò che si dice, l’argento vivo addosso e nel 1972 assume una decisione che gli cambierà per sempre la vita e la carriera: parte per Roma con tre amici e insieme debuttano al teatro dei Satiri con la commedia I burosauri di Silvano Ambrogi. La prima parte cinematografica è del 1977 in Berlinguer ti voglio bene, film che subisce pesanti interventi censori.
Roberto Benigni: il primo Premio Oscar non anglosassone!
Seguono vari altri ruoli, fino a quando, nel 1983, non si approccia alla regia con Tu mi turbi, da egli diretto e interpretato. Una pellicola che segna una svolta pure perché conoscerà la futura moglie Nicoletta Braschi. Tra gli Anni Ottanta e Novanta ha l’occasione di collaborare con il maestro Federico Fellini in La voce della luna (l’ultimo lavoro del cineasta romagnolo) e partecipa a produzioni americane, come Daunbai di Jim Jarmusc e Il figlio della pantera rosa di Blake Edwards.
Dalla regia alla sceneggiatura, alla recitazione, Roberto Benigni è travolgente in qualunque veste. Nel 1984, accanto a Massimo Troisi, dà vita a Non ci resta che piangere, quattro anni più tardi arriva Il piccolo diavolo, dunque eccolo in Johnny Stecchino (1991) e Il mostro (1995). Tutti titoli che ottengono un ampio successo in Italia.
La consacrazione internazionale giunge con La vita è bella, che gli vale il premio Oscar nel 1999 come miglior attore (il primo non anglosassone ad aggiudicarselo). Al film vanno inoltre le statuette per il miglior film in lingua straniera e per la musica di Nicola Piovani. Su schermo Roberto Benigni porta Pinocchio nel 2002 e La tigre e la neve nel 2005. Dal febbraio 2005 si dona alla tv, dove dà il meglio di sé citando e spiegando la Divina Commedia di Dante Alighieri.