Lo avete riconosciuto? Qui era un bambino viziato, non ha mai studiato cinema ma è diventato un leggendario Premio Oscar
Mamma e sorelle lo coccolavano, ma ha sofferto parecchio le lunghe assenze del padre.
Nel corso della sua intera infanzia la mamma e le tre sorelle gli dedicarono molte attenzioni, lo viziarono, ma a scuola Steven Spielberg non veniva trattato allo stesso modo. Nato il 18 dicembre 1947 a Cincinnati, Ohio, di lui si sa tutto come regista premio Oscar. Sebbene meno raccontati, gli anni vissuti da bambino sono esplicativi sul significato poi conferito alle sue produzioni. La componente autobiografica è fortemente connaturato nelle opere da egli girate. A confessarlo lo stesso cineasta, nel documentario Hbo diretto da Susan Lacy, uscito quattro anni fa circa.
Spielberg è un professionista autodidatta, non ha infatti seguito alcuna scuola di cinema, muovendo i primi passi in direzione della carriera di regista quando i genitori gli fecero imparare ad usare una cinepresa 8 mm per riprendere i momenti più belli delle gite di famiglia.
L’infanzia di Steven Spielberg
Spesso – ha spiegato Steven Spielberg – nelle sue opere il rapporto tra padri e figli trova ampio risalto. Ha evitato l’analisi perché i film si sono rivelati la sua vera terapia. Anche la saga di Indiana Jones, che doveva essere qualcosa di più intimo rispetto a quella di James Bond, il tema viene ampiamente disaminato. Il suo, Arnold, era un ingegnere elettrico, che lavorava presso l’allora settore emergente dei computer, mentre Leah era stata una pianista da concerto.
Le lunghe assenze della figura paterna furono causa di profonda amarezza e dolore in Steven Spielberg. Dal 1953 al 1957 visse in Arizona, dove frequentò una scuola ebraica e proprio per tale motivo finiva spesso preso in giro dai compagni. Aveva paura di rientrare a casa e di incontrare dei nuovi coetanei, che seguissero le teste calde che lo disprezzavano e, passandogli accanto, lo insultavano.
Nel 1958 divenne boy scout, vincendo la medaglia per la migliore fotografia, consegnando un filmino in 8mm di nove minuti, una sorta di western intitolato The Last Gunfight. Non era la prima volta: in passato aveva già realizzato piccole cose, ma Steven Spielberg considera tale episodio la scintilla della sua passione.