Louise Fletcher e quel discorso per la ricezione dell’Oscar nel linguaggio dei segni: il motivo è commovente [VIDEO]
Ripercorriamo insieme uno dei discorsi agli Academy Award più toccanti di sempre.
Louise Fletcher (nome completo, Estelle Louise Fletcher) è un famosa attrice americana che è recentemente scomparsa in Francia, il 23 settembre 2022, all’età di 88 anni. Una carriera alle spalle veramente notevole che l’ha vista debuttare sul grande schermo nel 1963 ne La veglia delle aquile per poi partecipare a molti altri progetti come A proposito di omicidi… (1978), Brainstorm – Generazione elettronica (1983), Blue Steel – Bersaglio mortale (1990), anche se c’è un titolo in particolare che l’ha consegnata al grande pubblico. Ci stiamo riferendo, ovviamente, a Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975) di Miloš Forman (Amadeus, L’ultimo inquisitore) dove ha incarnato il ruolo della perfida e fredda infermiera Mildred Ratched.
Louise Fletcher ha vinto l’Academy Award per la sua interpretazione in Qualcuno volò sul nido del cuculo
Ebbene, tale parte di Louise Fletcher le ha consentito di vincere il tanto ambito Premio Oscar nel 1976 per la Miglior attrice, un riconoscimento indimenticabile. C’è però una particolarità legata a questa vincita, come ricorda The Wrap. Nel momento del ritiro della statuetta, in diretta, la diva si è infatti lasciata andare ad un discorso molto toccante e sentito nel linguaggio dei segni. Perché questa scelta particolare? In realtà, i genitori dell’artista, erano entrambi sordi: la madre Estelle era nata così, il padre, invece, il Reverendo R.C. Fletcher ha perso l’udito a 3 anni e successivamente ha dedicato tutta la sua attività pastorale per aiutare proprio persone con questa disabilità, facendo costruire 24 chiese per non udenti in 11 Stati del Sud.
Volevo ringraziarvi per avermi insegnato ad avere un sogno. State vedendo il mio sogno diventare realtà.
Siamo di fronte ad uno dei discorsi più emozionati della storia degli Oscar e Louise Fletcher, quella notte stellata del 1976, ha regalato tantissime emozioni, soprattutto a tutti coloro che si ritrovavano nella disabilità dei genitori.