L’uomo sul treno: la spiegazione del finale del film con Liam Neeson
L'uomo sul treno, pur avendo un finale che premia il bene e la giustizia, ha il pregio di non apparire mai giudicante ma anzi di fare della sospensione del giudizio la sua cifra di lettura privilegiata.
L’uomo sul treno è un thriller action firmato dal regista Jaume Collet-Serra, che vede protagonista Liam Neeson nei panni di Michael McCauley, un ex poliziotto alla prese con un caso affidatogli da una misteriosa donna, incontrata tra i vagoni del treno che ogni giorno lo portano da Tarrytown a Manhattan. In una giornata ordinaria l’uomo si ritroverà a correre su un filo spinato tra la vita e la morte.
L’uomo sul treno: un’offerta inaspettata in una giornata ordinaria, la trama del film
Michael McCauley (Liam Neeson) fa da dieci anni il consulente assicurativo: la sua è una vita tranquilla, con una bella famiglia, un passato da poliziotto e un lavoro che seppur ogni giorno lo porta ad uscire al mattino per tornare la sera, gli permette di vivere una vita agiata. Una mattina però questa vita pacata viene spezzata da un licenziamento in tronco, senza troppi motivi. Sfatto e incapace di contattare sua moglie per condividere la notizia, prende il treno di ritorno: una donna (Vera Farmiga) però stravolge il suo viaggio, offrendogli una cifra consistente di soldi, in cambio della caccia ad un testimone ricercato da una misteriosa organizzazione. Michael attratto dalla cifra si ritrova ad accettare, ma quando vuole tornare indietro si ritrova invischiato da un gioco senza fine, dove a rischiare la vita è anche la sua famiglia.
L’uomo sul treno: anche l’uomo più pacato e tranquillo nasconde sfumature oscure
Uno dei tratti marcati de L’uomo sul treno è quello, seppur avendo un finale che premia il bene e la giustizia, di non essere mai giudicante ma anzi di fare della sospensione del giudizio la sua cifra di lettura privilegiata: nessuno infatti è totalmente buono, ma anzi è messo a dura prova nel film, a cominciare proprio da Michael, il cui volto scavato di Neeson è la perfetta maschera dei numerosi dubbi, quanto delle numerose sfumature che possono generarsi in un uomo a seconda dei contesti.
Michael è il consulente assicurativo premuroso, è l’ex poliziotto rigoroso, onesto e che gode di questa sua fama consolidata, ma è anche un uomo che pur mostrandosi impassibile, non avrebbe mai immaginato di perdere gradualmente il controllo di fronte all’offerta di una montagna di soldi, e di finire per essere anche spietato di fronte alla necessità di difendere la propria famiglia, disposto forse anche ad uccidere. Ma è lì che entra in gioco la coscienza: Michael è infatti ciascuno di noi, un uomo che è pronto a tutto per difendere gli affetti, che perde umanamente il controllo ma dotato di quella luce di coscienza che nel momento dell’errore lo salva. Ed ecco che sul finale Michael viene anche premiato per la sua fedeltà ad un senso di giustizia che non è scontato.
La debolezza e il marcio delle autorità: una vicenda avvolta nell’ombra
Un argomento sicuramente spinoso che rintracciamo all’interno del L’uomo sul treno è la fragilità del corpo delle autorità, in questo caso della polizia. Per quanto anche in questo caso la vicenda viene conclusa in maniera positiva perché è Michael in quanto ex poliziotto che compie il suo dovere, ribellandosi alla misteriosa organizzazione criminale che lo ha tratto in inganno, non si può dire lo stesso per il suo collega di vecchia data.
Alex (Patrick Wilson) infatti, si rivela essere un corrotto, un poliziotto che ha tradito il distintivo e si è integrato all’interno dell’organizzazione criminale di cui è venuto a conoscenza Michael, disposto ad uccidere chiunque, anche una ragazzina, pur di salvare la propria pelle e restare fedele ad un sistema corrotto in cui si trova ormai pienamente invischiato. A differenza di Michael, l’amico ed ex collega cede a quel sistema marcio che si approfitta della debolezze delle persone, minacciando ciò che hanno di più caro. Sceglie così la via della corruzione, essendo ormai l’unico modo per salvarsi la vita, rifiutando di uscire dal giro e denunciare il sistema. Michael invece dimostra che conservare la nobiltà d’animo e il coraggio di non sottostare ai ricatti è possibile, se c’è chi ancora è pronto a dimostrarci che il mondo può essere un posto migliore.