È morta Maggie Smith, indimenticabile star di Harry Potter e Downton Abbey

Una triste notizia per il cinema britannico e mondiale.

Dame Maggie Smith, una delle attrici britanniche più amate e iconiche, è venuta a mancare oggi, venerdì 27 settembre 2024, all’età di 89 anni. È morta serenamente in un ospedale di Londra, circondata dalla sua famiglia, inclusi i suoi figli, Chris Larkin e Toby Stephens. La famiglia ha ringraziato il personale del Chelsea and Westminster Hospital per le cure ricevute durante i suoi ultimi giorni.

“È con immensa tristezza che dobbiamo annunciare la morte di Dame Maggie Smith”, hanno dichiarato i figli Toby Stephens e Chris Larkin. “È mancata serenamente in ospedale questa mattina presto, venerdì 27 settembre. Una persona estremamente riservata, era con amici e familiari alla fine. Lascia due figli e cinque nipoti amorevoli che sono devastati dalla perdita della loro straordinaria madre e nonna. Vorremmo cogliere questa opportunità per ringraziare il meraviglioso personale del Chelsea and Westminster Hospital per le loro cure e la loro incondizionata gentilezza durante i suoi ultimi giorni”.

La carriera di Maggie Smith è durata oltre sette decenni, lasciando un’impronta indelebile nel mondo del teatro, della televisione e del cinema. È particolarmente ricordata per i ruoli di Minerva McGranitt nella saga di Harry Potter e della contessa Violet Crawley in Downton Abbey. Durante la sua carriera, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui due premi Oscar: uno per The Prime of Miss Jean Brodie nel 1970 e un altro per California Suite nel 1979.

Oltre al suo lavoro cinematografico e televisivo, Maggie Smith è stata una figura di spicco del teatro britannico, nota per le sue interpretazioni in numerose produzioni shakespeariane e per il suo contributo alla compagnia del National Theatre, sotto la direzione di Laurence Olivier.

La sua morte segna la fine di un’era straordinaria per il teatro e il cinema britannico, e numerosi tributi da colleghi e fan stanno celebrando la sua immensa eredità artistica.

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Fonte: HR