Marilyn Monroe: la storia d’amore con Joe DiMaggio e il “mistero” di quel mazzo di rose rosse
Ecco il racconto della storia d'amore di Joe DiMaggio e Marilyn Monroe.
La loro unione seppur breve – il loro matrimonio è durato di fatto solo otto mesi – fece scalpore nell’America degli anni cinquanta, diventando fin da subito l’argomento principale delle prime pagine dei giornali. Lui era considerato già uno dei campioni più assoluti del baseball americano e della squadra dei New York Yankees, con la quale vinse ben nove volte le World Series dal 1936 al 1951. Lei era ancora alle prime armi, poco conosciuta, ma da lì a pochi anni – forse anche grazie al matrimonio con la star del baseball – sarebbe diventata una delle attrici più famose del pianeta. Stiamo parlando di Joe DiMaggio e Marilyn Monroe, e ora vi sveliamo la loro incredibile storia d’amore.
Il primo incontro e il matrimonio
Joe DiMaggio “scoprì” Marilyn Monroe grazie ad una rivista. Mentre era seduto sulla poltrona del barbiere, iniziò a sfogliare distrattamente le pagine di una rivista. Improvvisamente si fermò su un servizio dedicato alla squadra di baseball dei Chicago White Sox, in cui era presente una ragazza bionda dalla bellezza mozzafiato che veniva descritta come la madrina del club.
Il campione se ne innamorò subito perdutamente, tanto da iniziare a chiamare a destra e a manca per avere maggiori informazioni su di lei. Grazie ad un giocatore dei Chicago White Sox – tale Gus Zernial – DiMaggio ottenne il suo numero, ma Zernial spifferò tutto alla stampa. Joe si ritrovò così in mezzo ad uno scandalo: lui, infatti, non aveva ancora ottenuto il divorzio con sua moglie Dorothy Arnold, dalla quale aveva avuto anche un figlio.
Il primo incontro tra Joe DiMaggio e Marilyn Monroe avvenne al ristorante Villa Capri di Los Angeles, per merito di David March, l’agente di Marilyn. Cenarono con due bistecche al sangue, poi girovagarono per le colline di Hollywood e in seguito trascorsero tutta la notte insieme nella suite dell’Hotel Beverly Carlton. Il 14 gennaio 1954, la coppia si sposò presso il municipio di San Francisco e partì immediatamente per la luna di miele in Oriente.
La gelosia di Joe e il tradimento di Marilyn
Dopo il fatidico sì, il loro matrimonio andò a picco. Joe DiMaggio iniziò a diventare molto geloso nei confronti di sua moglie. Non gli andava a genio, ad esempio, che Marilyn avesse firmato un contratto per intrattenere le truppe americane impegnate in Corea. Ma non fu solo questo. Intorno all’attrice giravano troppe figure: agenti, fotografi, giornalisti e manager. La stampa cominciò a trattare Joe DiMaggio non più come il campione del baseball americano, bensì come il marito dell’attrice più bella del mondo.
Lui non lò accetto, e così iniziarono le liti violente e le botte. Quella che sembrava all’esterno la classica favola hollywoodiana, si trasformò in un vero e proprio incubo. Joe DiMaggio iniziò a sospettare anche un tradimento da parte di Marilyn. Sotto consiglio del suo caro amico Frank Sinatra, decise di assumere un investigatore privato che confermò tutti suoi dubbi e le sue paure: sua moglie lo tradiva con l’insegnante di dizione Hal Schaefer. Pazzo di gelosia, irruppe nell’appartamento dove i due erano soliti incontrarsi, ma sbagliò casa.
L’umiliazione e il divorzio
Dopo aver scoperto il tradimento, Joe DiMaggio non decise subito di divorziare, forse perché, al di là di tutto e tutti, il suo amore per Marilyn non era (ancora) finito. L’evento che causò il divorzio immediato tra le due celebrità, fu la famosa scena della gonna nel film Quando la moglie è in vacanza.
Il giorno in cui venne girata la scena, il campione di baseball si trovava sul set e, appena vide la gonna della sua consorte alzarsi, non ci vide più e decise di mettere fine al loro rapporto sentimentale. DiMaggio non poteva sopportare che sua moglie continuasse ad apparire come una donna oggetto. Dopo il divorzio, rimasero comunque buoni amici con frequenti telefonate.
Il mistero delle tre rose rosse
Il 5 agosto 1962, Marilyn Monroe fu trovata morta nella camera da letto della sua casa di Brentwood, a Los Angeles, da Ralph Greenson, il suo psichiatra. L’uomo fu chiamato in piena notte da Eunice Murray – la governante di casa Monroe – perché preoccupata del fatto che non riusciva ad entrare nella camera. Marilyn fu trovata priva di vita, completamente svestita e con la cornetta del telefono in mano.
L’autopsia, condotta dal dottor Thomas Noguchi, stabilì che si trattò quasi sicuramente di suicidio a causa di un’overdose di barbiturici. Nel suo corpo, infatti, vennero trovati 8 milligrammi di Idrato di cloralio e 4,5 milligrammi di Pentobarbital per 100 millilitri di sangue. Sulla sua morte, ancora oggi, ci sono diverse teorie: c’è chi crede che Marilyn si sia suicidata per depressione, chi crede che il tutto sia stato orchestrato dai Kennedy e chi ipotizza invece un coinvolgimento della mafia.
Fu lo stesso Joe DiMaggio ad organizzare il funerale, pagando tutte le spese. La cerimonia si tenne al Westwood Memorial Park l’8 agosto 1962 a cui presenziarono solo trentuno persone. DiMaggio, infatti, decise di invitare solo gli amici ristretti, lasciando da parte tutte le figure di spicco di Hollywood perché le riteneva responsabili della morte della Monroe. Il rito funebre fu celebrato da A.J. Soldancon, accompagnato dalle note di Over the Rainbow. Il campione di baseball, insieme a suo figlio Joe DiMaggio Jr., seguì il feretro della sua amata fino alla sepoltura nel cimitero di Brentwood. Prima che la bara venisse chiusa, Joe DiMaggio diede un ultimo bacio alla sua Marilyn e per tre volte le disse “Ti amo“.
Da quel giorno, DiMaggio si recò ogni settimana – per almeno due decenni – sulla tomba di Marilyn per portarle una mazzo di rose rosse, simbolo del suo eterno amore per lei. Dal 1982, fece recapitare le rose direttamente da un fioraio, ma solo in ricorrenza del compleanno della diva più amata e iconica nella storia di Hollywood.