Mary Poppins – L’iconico film vietato ai minori in Inghilterra: “contiene una parola discriminatoria”

Il classico senza tempo viene riclassificato in Inghilterra a decenni di uscita dalle sale (correva il 1964).

“Basta un poco di zucchero e la pillola va giù”, cantava la soave Julie Andrews nel film Mary Poppins, una pellicola che ha incantato generazioni di bambini e adulti con la sua magia e i suoi colori pastello. Nessuno ha mai avuto da discutere circa i temi in esso trattati, almeno fino a oggi perché in Inghilterra ora vengono presi dei provvedimenti, a causa di dettagli precedentemente passati in sordina.

A ben sei decenni dalla sua uscita nelle sale, il British Board of Film Classification (Bbfc) ha rivisto, infatti, la classificazione per età. In un periodo contraddistinto da accese battaglie, in nome del progresso sociale, certe sfumature conferite ai personaggi diventano inammissibili. In precedenza consigliato a un pubblico di ogni età, Mary Poppins è ora catalogato PG, cioè se ne raccomanda la visione pure ai minori di 12 anni, purché siano accompagnati da un adulto così da scongiurare eventuali fraintendimenti.

Mary Poppins può essere visto dai minori di 12 anni in Inghilterra solo con un adulto

Marry Poppins non è più adatto ai minori in Inghilterra - Cinematographe.it

La ragione specifica dietro alla controversa presa di posizione consiste nel “linguaggio discriminatorio”, in particolare il termine “ottentotti”, attribuito agli spazzacamini con la faccia sporca di fuliggine. Un vocabolo che all’epoca – correva il 1964 – veniva adottato dagli europei bianchi, in riferimento ai popoli nomadi dell’Africa meridionale. Al di là del termine incriminato, riscuote critiche l’accezione negativa datavi dalla figura dell’ammiraglio Boom, le cui ripetute esclamazioni destano sgomento.

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La presa di posizione del Bbfc ha provocato degli accesi dibattiti. C’è chi la considera una decisione giusta, in un’epoca dove la sensibilità verso le discriminazioni è ben più alta in confronto al passato. Altri, invece, la ritengono un’eccessiva censura, che rischia di privare le nuove generazioni di un classico intramontabile.

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