Stop mascherine al chiuso dall’1 maggio, ma al cinema no. Perché?
La mascherina potrebbe restare ancora obbligatoria al cinema. Ma sarebbe davvero necessario?
Cosa accade dal 1° maggio 2022 in materia di green pass e mascherine al chiuso? Stando al decreto Covid del 24 marzo, l’obbligo della certificazione verde e l’uso della protezione delle vie aeree resta ancora valido fino al 30 aprile sia sui mezzi pubblici che negli spazi chiusi, dopodiché (quindi dall’1 maggio) pur continuando a esistere, il Green Pass (sia base che rafforzato) non sarà più richiesto per andare al cinema, al teatro, allo stadio, per partecipare a concerti all’aperto, né tantomeno per frequentare palestre e piscine al chiuso, feste e cerimonie, entrare in discoteche e sale da gioco o per partecipare a convegni e congressi. Non servirà più neanche per accedere al luogo di lavoro, partecipare ai concorsi pubblici, accedere alle mense o consumare al chiuso in bar e ristoranti.
Continuerà invece a essere obbligatorio per visite in ospedale e nelle Rsa (dove sarà necessario esibire il Super pass fino al 31 dicembre 2022).
Nonostante si respiri molta più libertà, tuttavia, ci toccherà sopportare ancora l’uso della mascherina in alcune circostanze. A quanto pare l’uso della FFP2 dovrebbe restare obbligatorio sui mezzi di trasporto pubblici (bus, metro, treni, aerei), mentre sul posto di lavoro si potrebbe passare dalla FFP2 alla mascherina chirurgica, almeno fino a alla fine di giugno. Le pressioni interessano anche l’uso della protezione all’interno delle scuole, dove si spinge al fine di eliminarne l’obbligatorietà. La raccomandazione, chiaramente, regge in ogni settore.
Mascherine al chiuso: anche al cinema?
Tra gli spazi che potrebbero essere soggetti all’uso della mascherina, anche dopo il 30 aprile, si annoverano cinema e teatri nei quai però, è da ricordare, è già stata ripristinata la possibilità di consumare cibi e bevande.
La domanda, qualora si giungesse a una proroga, sorge spontanea: è davvero necessario ostinarsi a mantenere l’obbligo della protezione in un luogo che solo in alcuni casi accoglie un numero consistente di spettatori? Il settore culturale ha subito danni gravissimi durante la pandemia, perdite che purtroppo vanno al di là della mancata produzione di nuove pellicole o dell’instabilità lavorativa di un settore già per certi versi precario. La pandemia ha indotto noi tutti a fare affidamento sempre più ai servizi streaming, assottigliando ulteriormente la magia e l’importanza della sala.
Ciò non significa, sia chiaro, che nessun film ha incassato abbastanza o che non si possa non andare al cinema (se davvero si vuole) nonostante l’obbligo di indossare la mascherina. Semplicemente, se davvero ci fosse l’obbligo, sembrerebbe una mastodontica presa in giro data l’esiguità degli spettacoli in cui ci si ritrova dinnanzi a una sala colma di gente. Nella maggior parte dei casi – e chi frequenta la sala potrà confermarlo – ci si riversa in una platea semivuota in cui la distanza di sicurezza tra uno spettatore e l’altro è più che garantita.
Ci auguriamo dunque che si facciano norme provviste di buon senso e relazionate alla reale situazione degli spazi culturali. Per il resto, crediamo di aver raggiunto tutti una certa consapevolezza e aver capito il limite che intercorre tra le diverse situazioni, così come crediamo sia ovvia l’inutilità di alzarsi e abbassarsi la mascherina al ritmo di bocconi pieni e vuoti.