Massimo Troisi, l’ex moglie: “Senza Il Postino sarebbe ancora vivo”
"Decise di andare avanti a tutti i costi per realizzare questo film che è un capolavoro, come tutti sappiamo", ha dichiarato la showgirl a Vieni da me.
Nathalie Caldonazzo, ex moglie di Massimo Troisi, ha svelato un drammatico retroscena risalente all’epoca delle riprese de Il Postino
Era il 1994 quando Massimo Troisi ci lasciava. L’attore, regista e sceneggiatore italiano aveva soltanto 41 anni ma fu costretto ad arrendersi ad un cuore troppo debole, riuscendo ad offrire al pubblico un’ultima perla cinematografica, Il Postino, terminato proprio il giorno prima della sua morte. Proprio dell’opera che lo portò poi ad essere nominato agli Oscar come Miglior attore protagonista e per la Miglior sceneggiatura non originale, ha parlato Nathalie Caldonazzo, ultima compagna di Troisi. Intervenuta nel programma televisivo Vieni da me, la showgirl ha ricordato il periodo in cui l’attore dovette fare i conti con i suoi problemi di salute e venne messo di fronte alla dura realtà. “Il cardiologo disse a Massimo che doveva operarsi assolutamente. Aveva il cuore di un uomo di 70 anni e la valvola doveva essere sostituita”, ha dichiarato Caldonazzo, aggiungendo: “Lui mi diceva che una persona, dopo che gli hanno toccato il cuore, cambia. Era davvero molto preoccupato per questa seconda operazione”.
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Prima di impegnarsi con la realizzazione de Il Postino, Massimo Troisi fu sottoposto ad una delicata operazione, a cui però avrebbe dovuto far seguito un secondo intervento. “Siamo tornati in Italia devastati dopo l’operazione a Houston. Io pesavo 49 kg lui solo alcuni in più”, ha quindi spiegato l’ex moglie dell’interprete di Ricomincio da tre, ricordando la sua determinazione nel voler portare a termine l’opera a cui teneva molto. “Decise di andare avanti a tutti i costi per realizzare questo film che è un capolavoro, come tutti sappiamo. Se non l’avesse fatto forse sarebbe ancora vivo. Avrebbe dovuto subire un trapianto prima di fare il film, ma diceva sempre che voleva farlo col suo cuore. Cambiò anche il finale della sceneggiatura perché nel libro Mario non Muore, mentre lui decise di far morire il protagonista”.