Melissa Rosenberg (Jessica Jones) contro i dirigenti che non assumono donne
Melissa Rosenberg e Salim Akil parlano della maggiore apertura dell'industria verso le donne e della strada ancora lunga da percorrere.
Showrunner di Jessica Jones, Melissa Rosenberg parla del comportamento dei dirigenti quando si tratta di assumere donne per realizzare film o serie TV
La scarsa rappresentanza femminile nel piccolo e grande schermo continua a far parlare e Melissa Rosenberg, showrunner della serie Netflix Jessica Jones, ha affrontato la questione durante una tavola rotonda allestita da The Hollywood Reporter. La donna non ha avuto peli sulla lingua parlando dei grandi capi che non hanno ancora ben chiara la concezione di inclusione:
La DGA [Directors Guild of America] ha spinto gli show ad assumere più donne – l’atteggiamento sulla faccenda nei salotti dei dirigenti è stato semplicemente orrendo: ‘Oddio, dobbiamo prendere la pollastra, e farà schifo.’ Ma penso che abbia aiutato le cineaste a prendersi i meriti che spettavano loro.
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A dare manforte a Melissa Rosenberg è Salim Akil, showrunner di Black Lightning, il quale però si detto contento dei cambiamenti che cominciano a farsi notare nell’industria. Akil ha spiegato come la varietà di creatori nel mondo del cinema e delle serie TV sta aumentando perché i dirigenti stanno capendo che non si possono “raccontare storie autentiche se non ingaggi persone che sappiano come raccontare autenticamente quelle storie.”
Nonostante l’atteggiamento positivo di Akil, Melissa Rosenberg sottolinea come siamo ancora lontani dalla perfezione, portando come esempio un’esperienza personale. Durante una scena da lei supervisionata, ambientata in un ospedale, si è accorta che tutti i dottori erano in camici bianchi, le infermiere erano tutte donne e i pazienti facevano tutti parti di minoranze. ‘Oddio, questo è il mio show e ho lasciato che succedesse questo?'”
Nell’ultimo paio di anni, abbiamo visto registe come Patty Jenkins salire al timone di grandi progetti quali Wonder Woman (il sequel è già in produzione con la Jenkins nuovamente a bordo), e cineasti come Ryan Coogler, a cui dobbiamo Black Panther, rappresentano la speranza in un mondo in cui i blockbuster non siano riservati a uomini bianchi. La strada da percorrere, però, è ancora lunga.