Mickey 17, Bong Joon-ho spiega il finale del film e perché è diverso dal solito: “Abbiamo bisogno di John Connor”
Bong Joon-ho ha condiviso alcuni dettagli sul messaggio che voleva trasmettere e sul motivo per cui Mickey 17 possiede un tono più ottimista rispetto ai suoi lavori precedenti.
La scorsa settimane, nelle sale cinematografiche, ha debuttato Mickey 17, l’attesissimo film di fantascienza con Robert Pattinson. Si tratta del primo lungometraggio diretto da Bong Joon-ho dopo il clamoroso successo di Parasite. Sebbene il film non abbia riscosso un grande successo al botteghino, ha comunque suscitato grande interesse tra gli spettatori, molti dei quali desiderano approfondirne i temi e il significato del finale.
Bong Joon-ho stesso ha condiviso con Vulture alcuni dettagli sul messaggio che voleva trasmettere e sul motivo per cui Mickey 17 possiede un tono più ottimista rispetto ai suoi lavori precedenti. Il regista ha spiegato che provava una particolare empatia per il protagonista: “Mi dispiaceva tanto per Mickey. Ha più o meno l’età di mio figlio. Non volevo che si sentisse completamente distrutto. Guardando ai miei film passati, mi rendo conto di essere stato piuttosto severo con i miei personaggi, anche se forse era necessario.”
Seguono spoiler!

Tuttavia, Bong non ha voluto rendere il finale eccessivamente positivo. Per questo ha incluso una scena onirica in cui il personaggio interpretato da Toni Collette utilizza la stessa macchina della clonazione per riportare in vita suo marito. Spiegando questa scelta, il regista ha sottolineato: “Esistono persone che desiderano la dittatura. Le ho viste da vicino. In quella sequenza, Toni Collette dice: ‘Lo vuoi tu, lo voglio io, lo vogliamo tutti’. Una frase apparentemente assurda, ma allo stesso tempo molto reale. È così che certi dittatori riescono ad arrivare al potere, sfruttando il sistema politico. Vengono eletti, non prendono il potere con un colpo di stato.”
Il regista ha voluto chiudere il film lasciando una sensazione di ansia, suggerendo che quell’incubo potrebbe ripetersi in futuro. L’uso della tecnologia, infatti, è spesso troppo allettante, soprattutto per chi detiene il potere o ne trae beneficio. Le possibili conseguenze diventano secondarie rispetto alla comodità e al guadagno. Bong ha citato un episodio significativo: “Un paio di anni fa, un ricercatore di intelligenza artificiale lasciò il suo lavoro e dichiarò che avremmo dovuto fermarci per qualche anno per stabilire delle regole su come usare questa tecnologia senza rischi. Ma non ha funzionato. Tutti continuano a spingersi oltre, accelerando senza sosta. E chissà cosa ci riserverà il futuro? Abbiamo bisogno di John Connor.”
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Nel finale, vediamo il personaggio di Pattinson premere il pulsante per distruggere la macchina della clonazione, mettendo simbolicamente fine al programma di sfruttamento umano. Tuttavia, il problema rimane: la tecnologia esiste già e la semplice distruzione di una macchina non cancella la conoscenza su come ricrearla. Anche se la società può rifiutarla temporaneamente, col tempo e con le pressioni economiche e politiche, potrebbe tornare in auge.
Nonostante tutto, Bong Joon-ho ha preferito chiudere il film con una nota più luminosa, regalando un epilogo meno cupo rispetto alle sue opere precedenti. Con un budget di ben 118 milioni di dollari, Mickey 17 è un blockbuster ambizioso che, pur non essendo un successo commerciale, offre una visione intrigante della fantascienza e non merita di essere sottovalutato.