Mickey 17, Bong Joon-ho svela le radici politiche del film: il dittatore unico e il ruolo di Mark Ruffalo
Bong Joon-ho parla delle ispirazioni politiche dietro Mickey 17 e del personaggio di Mark Ruffalo, "un dittatore unico".
In questi giorni si parla molto di Mickey 17, e non solo perché è il nuovo progetto di Bong Joon-ho, regista del premiato Parasite, ma anche per il suo elevato costo di produzione che rende difficile per la Warner Bros. rientrare nell’investimento. Tuttavia, c’è un aspetto del film che finora è stato meno discusso: la sua forte connotazione politica.
Bong Joon-ho ha ammesso apertamente a IndieWire che il film porta con sé una certa carica critica: “Mentirei se dicessi che non abbiamo pensato al contesto e all’atmosfera politica quando abbiamo creato questo film”. Ma a cosa si è ispirato il regista per costruire il personaggio interpretato da Mark Ruffalo?
Il contesto politico di Mickey 17: Bong Joon-ho e il dittatore ridicolo

Il cineasta sudcoreano ha preferito non rivelare apertamente i riferimenti precisi, ma ha spiegato di aver mostrato a Ruffalo video e foto di “un certo politico coreano” e di “un ex governatore americano”. Tuttavia, ha anche sottolineato che il team creativo non si è concentrato su dittatori rigidi e autoritari, ma piuttosto su figure politiche ridicole: “In realtà siamo concentrati solo sui ridicoli pagliacci politici e sulle cose ridicole che fanno”.
Un altro aspetto interessante della riflessione di Bong riguarda la natura psicologica di questi personaggi. Il regista ha fatto un parallelo con Adolf Hitler, ricordando episodi della sua giovinezza a Vienna: “Abbiamo sentito storie di Hitler quando era a Vienna, che si offendeva per certe cose, e questo sfociava in altre cose – non per giustificare le cose orribili che fanno i politici, ma quando si attraversa un trauma importante, o si prova questo complesso di inferiorità verso qualcosa, e lo si canalizza nella direzione sbagliata, si finisce per diventare una persona orribile e un leader politico”.
Infine, Bong evidenzia come la dinamica tra il personaggio di Ruffalo, Marshall, e sua moglie, interpretata da Toni Collette, renda questa figura dittatoriale unica. Secondo il regista: “Lui fa sempre affidamento sulla moglie, e sembra che il personaggio di Toni Collette stia quasi manipolando Marshall, e che sia lei ad avere il controllo, quindi stiamo assistendo a un personaggio dittatoriale unico”.
Tutto ciò conferma come Mickey 17 non sia solo una spettacolare avventura fantascientifica con protagonista Robert Pattinson, ma anche un’opera profondamente politica, in cui Bong Joon-ho continua a esplorare le dinamiche di potere e le assurdità della politica contemporanea.